CROTONE. E’ accusata di avere percepito indebitamente, dal 2012 ad oggi, oltre 4 milioni di euro dall’Inps e 850 mila euro dall’Arcea, l’Agenzia della Regione Calabria per le erogazioni in agricoltura (Arcea), l’organizzazione criminale smantellata a Crotone dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’operazione denominata “Vaso di Pandora”.
Sono undici complessivamente, tra imprenditori, commercialisti e impiegati di centri di assistenza fiscale, le persone destinatarie di misure cautelari nell’ambito dell’operazione denominata “Vaso di Pandora” eseguita dalla Guardia di finanza di Crotone per una serie di truffe nei confronti di Inps ed Arcea. Nove sono gli arrestati: cinque in carcere e quattro ai domiciliari. Per altre due persone è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. L’ordinanza emessa dal gip di Crotone, Michele Ciociola, ha accolto le richieste avanzate dalla Procura crotonese la cui indagine, condotta dal procuratore Giuseppe Capoccia e dal sostituto Alfredo Manca, coinvolge in tutto 42 persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla truffa.
In carcere sono finiti il commercialista Emanuele Chiriaco, 44enne di Crotone, ritenuto uno degli organizzatori del sodalizio insieme a Alfonso Donato Proietto, di 49 anni, commercialista; Cesare Cosentino, imprenditore, di 35 anni; Caterina Muto, 55 anni, imprenditrice; Antonio Cosentino, 33 anni, imprenditore, tutti di Isola Capo Rizzuto.
Gli arresti domiciliari sono stati disposti per Alessandro Bianco, di 37 anni, e Giorgio Marino, di 60, impiegati di un Centro di assistenza agricola, e per gli imprenditori Egidio Zoffreo, di 46, e Fabiola Riolo, di 39. Obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria sono stati notificati agli imprenditori Giuseppe Garofalo, di 45, e Felice Mesuraca, di 61. Organizzatori dell’associazione per delinquere sarebbero stati, secondo l’accusa, Chiriaco, Proietto, Cesare Cosentino e Cesarina Muto, mentre gli altri destinatari delle misure cautelari sarebbero stati soltanto partecipi. I componenti del sodalizio criminale, secondo quanto é emerso dalle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Crotone, avrebbero agito sia mediante la presentazione di dichiarazioni di assunzione di manodopera grazie alle quali centinaia di falsi lavoratori dei settori edile e agricolo avrebbero percepito indebitamente le indennità di disoccupazione e di maternità, sia con la presentazione all’Arcea di “domande uniche di pagamento” basate su false documentazioni.