REGGIO CALABRIA. “La nomina del generale dei carabinieri Saverio Cotticelli a commissario per il piano di rientro della sanità calabrese si presta a più di una riflessione. Nulla da eccepire sulla figura di un militare che si è contraddistinto per la sua serietà e per il suo attaccamento alla Patria, di cui è stato fedele servitore. Sul piano della difesa della legalità, il generale Cotticelli offre le massime garanzie”. Lo afferma, in una nota, il consigliare regionale, Domenico Tallini. “Qualche dubbio sorge – prosegue Tallini – sulla sua specifica competenza in materia di politiche sanitarie e di management della sanità. Ma non è questo il senso del mio ragionamento. Il generale Cotticelli, magari ci stupirà e farà meglio dei suoi predecessori, cosa che sinceramente ci auguriamo. Spero riesca a fare rientrare velocemente il debito, ma soprattutto riesca a fare diminuire il fenomeno dell’emigrazione sanitaria che ha ripreso a correre, con un numero sempre maggiore di calabresi che ricorrono alle cure di strutture sanitarie del centro-nord. La riflessione che io faccio è invece un’altra. Un generale alla guida di Calabria Verde, un generale alla guida della sanità pubblica, un questore alla presidenza della società aeroportuale. E’ il segno della presenza dello Stato in una regione difficile come la nostra o, piuttosto, il segno di una subalternità politica e culturale della Calabria? A me tutto questo appare semmai come un ‘commissariamento’ della società calabrese, una delegittimazione della classe politica e dirigenziale (e professionale) di questa terra. In parte meritata, non lo nego, ma ugualmente difficile da accettare. Una delegittimazione, si badi bene, che non è solo un disegno che viene da Roma, ma spesso viene coltivato proprio in Calabria da chi vuole mascherare i propri limiti con operazioni-spettacolo”. “Io spero che i servitori dello Stato chiamati al capezzale della Calabria – sostiene ancora Tallini – facciano bene il loro lavoro (e per quanto mi riguarda, nel mio modesto ruolo di segretario-questore del Consiglio, non esiterò a dare un contributo, se richiesto, al generale Cotticelli) ma spero ancora di più che presto le intelligenze e le professionalità calabresi possano tornare ad essere protagoniste di un futuro migliore, dimostrando con i fatti di essere anche all’altezza della sfida della legalità. Si dice spesso: i calabresi devono farcela da soli. E’ diventato un luogo comune, visto che poi le cose vanno in maniera diametralmente opposta e ai calabresi vengono poi imposti tutor esterni, prestigiosi e autorevoli quanto si vuole. Il messaggio negativo che si vuole fare passare è che i calabresi, in realtà, da soli non possono farcela. Una nuova stagione per la nostra regione e per la politica si aprirà solo quando realmente, nei fatti e non nei proclami, i calabresi ce la faranno da soli”.