Dibattito mercoledì 30 gennaio in Consiglio regionale sull’unico punto all’ordine del giorno della seduta: il processo attuativo del regionalismo differenziato in forza dell’articolo 116 Costituzione. Nei vari interventi che si sono succeduti è emersa, essenzialmente, la preoccupazione per i rischi che per la Calabria potrebbero arrivare dalla firma dell’accordo tra il governo nazionale e tre Regioni del Nord Lombardia, Veneto ed Emilia – che chiedono maggiore autonomia su alcune materie. “È importante lo sforzo di questo Consiglio regionale di definire una linea unitaria, perchè su queste problematiche guai a dividersi”. Lo ha affermato il presidente della Regione, Mario Oliverio, intervenendo in Consiglio regionale, dedicato al tema del regionalismo differenziato alla luce del prossimo accordo tra il governo nazionale e tre Regioni del Nord – Lombardia, Veneto ed Emilia – che chiedono maggiore autonomia su alcune materie. Oliverio è tornato ieri in Consiglio regionale per la prima volta dopo essere stato coinvolto, il 17 dicembre scorso, nell’inchiesta “Lande Desolate” della Dda di Catanzaro, nel cui ambito è sottoposto all’obbligo di dimora nel suo comune di residenza, San Giovanni in Fiore: il governatore ha partecipato alla seduta dell’assemblea legislativa calabrese in virtù dell’autorizzazione concessa dalla magistratura. Nel suo intervento in aula sul federalismo, Oliverio ha sostenuto: “È un tema strategico, e dobbiamo partire dal passato e da certi egoismi, come quelli espressi dalla Lega. Oggi si ripropone questo tema attraverso un’impostazione che viene sottratta al dibattito dalla sua sede naturale, il Parlamento, e invece rimanda a una trattativa tra singole Regioni e il governo. I referendum di Veneto e Lombardia hanno inserito quesiti che vanno ben oltre l’articolo 116 Costituzione, arrivando a 23 materie su cui è possibile sottoscrivere intese. L’impressione – ha rilevato il governatore – è quella di Repubbliche che stanno avviando un processo di secessione.”