CATANZARO. Il sindacato autonomo Usb critica le organizzazioni sindacali confederali in merito alla vertenza Abramo Call Center, l’azienda che ha comunicato la possibilità di 600 licenziamenti, in aggiunta ai 400 contratti non rinnovati, in seguito al taglio delle commesse da parte di Tim. “Ogni giorno – scrive l’Usb – assistiamo al balletto delle organizzazioni sindacali concertative che “ piangono” per i posti di lavoro che nei vari call center, oggi quelli di Crotone ieri Catanzaro, si perdono!! Vorremmo solo ricordare a questi signori concertativi, che il precariato cosi come definito nei call center è stato creato da loro stessi e dai vari accordi sottoscritti, quelli che firmano CCNL dove solo loro possono discutere di materie di lavoro dove nessuno può sindacare, poi quando tutto il sistema crolla arriva il pianto antico di questi pseudo sindacalisti. Quando sottoscrissero accordi sul precariato sapevano benissimo che nel parlare comune, nel modo di lavorare come precario questi soggetti venivano già etichettati come lavoratori che si trovano in una condizione lavorativa caratterizzata da incertezza, instabilità o provvisorietà. Ora si inventano paladini e difensori di cosa? “. Secondo l’Usb, i confederali “parlano di ricollocazione sapendo di essere in mala fede. Dove dovrebbero essere ricollocate in una regione dove lo stillicidio dei posti di lavoro e come un contatore a scatti minuto per minuto!?Forse pensano di disgregare i nuclei famigliari e mandarli in giro per i paesi europei – delocalizzare – per rispondere ai clienti? Qua purtroppo e grazie sempre a “loro” paghiamo soprattutto la mancanza di regole nella gestione delle gare dovem, pur di vincere commesse al ribasso, le aziende hanno spremuto i lavoratori, con tutto ciò che hanno pure usufruito degli incentivi di Stato. La dittatura dei padroni e di chi ha firmato gli accordi al massimo ribasso ci ha portato sin qui. Questo è l’ultimo regalo che le donne catanzaresi hanno ricevuto per la loro festa dell’8 marzo”.