A un anno dalle elezioni politiche che hanno dato vita al Governo gialloverde partono le domande per ottenere il Reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia della campagna elettorale del Movimento cinquestelle: dal 6 marzo sarà possibile inviare le domande per ottenere la misura di contrasto alla povertà che sostituirà il Rei mentre per metà aprile sono attese le prime “card” con le quali sarà erogato il sussidio. Resta invece ancora in alto mare la parte del decreto che lega il sussidio all’inserimento al lavoro. Si chiede al beneficiario di firmare una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro ma manca ancora chiarezza su come sarà possibile avviarlo verso un’occupazione. Manca l’accordo con le Regioni sul ruolo dei navigator e quindi il bando per l’assunzione di quelli che nel progetto del Governo dovrebbero fare da guida nell’inserimento al lavoro per chi avrà il reddito. Potranno intanto chiedere il reddito i cittadini italiani o comunitari e gli extracomunitari con permesso di lungo soggiorno residenti in Italia da 10 anni di cui gli ultimi 2 in via continuativa che abbiano un reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui moltiplicato per la scala di equivalenza. La soglia del reddito è elevata a 9.360 euro nei casi in cui il nucleo familiare risieda in una abitazione in affitto. Il beneficio che si ottiene è un’integrazione del reddito familiare fino a 6.000 euro annui per un single moltiplicato per la scala di equivalenza. In pratica una famiglia di quattro persone con due figli maggiorenni con un reddito pari a zero può arrivare fino a 1.050 euro al mese ai quali si aggiungerebbero 280 euro al mese per l’affitto.