L’operazione condotta martedì 12 marzo dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Padova e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia a seguito di indagini dirette dalla Procura Distrettuale Antimafia di Venezia nei confronti degli appartenenti a un’organizzazione criminale di matrice ‘ndraghetista ha registrato numerose perquisizioni in Veneto, Lombardia, Calabria e Emilia Romagna unitamente a sequestri di denaro contante, conti correnti, quote societarie, beni mobili e immobili riconducibili agli indagati per un ammontare complessivo di 8 milioni di euro, corrispondente al prezzo e profitto del riciclaggio e dei collegati reati fiscali. L’indagine ha consentito di evidenziare la presenza e l’operatività di una articolazione della cosca di ndrangheta Grande Aracri di Cutro, che si era insediata nella provincia di Padova e in quelle di Treviso, Vicenza e Venezia. In un contesto in cui non si è disdegnata l’uso della violenza nei confronti di diversi imprenditori gli uomini legati alla cosca acquisivano territorio e aziende per riciclare e sviluppare attività illecite. I Carabinieri di Padova, con puntuali attività di osservazione e ascolto delle conversazioni hanno portato alla luce diversi episodi qualificabili come di attività estorsiva e usuraia, con tassi di interesse fino ad oltre il 300%, in danno di imprenditori locali, nonchè sono state riscontrate varie operazioni di riciclaggio di ingenti somme di denaro provenienti dalle attività illecite della cosca calabrese, realizzate attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti sfruttando anche con la complicità di imprenditori veneti.