“Apprendiamo con piacere che la Terza commissione del Consiglio regionale è tornata ad occuparsi della tanto attesa Riforma del Welfare calabrese, seppure annotiamo ancora una volta diverse imprecisioni. Si rende pertanto necessario fare la dovuta chiarezza su un percorso, iniziato oltre 3 anni fa, e che ancora non ha visto esito positivo, anche a causa delle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato che hanno bocciato, per motivi procedurali, l’iter che aveva condotto all’approvazione del primo atto di riforma con la Dgr 449”. È quanto affermano, in una nota congiunta, i responsabili di LegacoopSociali Lorenzo Sibio e di Federsolidarietà, Giuseppe Peri. “In primo luogo va precisato – sostengono Sibio e Peri – che il processo di riforma è teso ad attuare, anche in Calabria, una legge nazionale, la Legge 328/2000, che mentre nelle altre regioni italiane è già ‘storia’, sul nostro territorio ancora sembra una lontana utopia. Del resto la riforma dovrà andare a riorganizzare un settore, quello dei servizi socio – assistenziali, che ad oggi presenta enormi criticità legate alla quasi totale assenza di programmazione, di risorse e soprattutto di regole certe ed uguali per tutti. I cittadini calabresi, anziani, persone con disabilità, minori, hanno bisogno di questa riforma. Perché solo questa riforma potrà restituire dignità e qualità ai servizi, definendo regole certe circa le professionalità che vanno garantite ed i requisiti strutturali e organizzativi che le strutture devono possedere”. “Del resto oggi – sostengono ancora Sibio e Peri – non è possibile chiedere nulla di più agli enti gestori, costretti a ‘sopravvivere’ con rette da fame al limite della legalità. Una situazione che non è più sostenibile, soprattutto per quelle strutture che, vista la 449 poi abrogata, avevano proceduto ad adeguare la pianta organica alle nuove regole e che oggi, se non verrà attuata immediatamente la riforma, dovranno chiudere battenti mettendo in strada centinaia di persone, oggi ospitate nei servizi, e decine di operatori che perderanno il lavoro. Condividiamo la necessità di investire nelle politiche sociali le risorse necessarie a garantire la piena attuazione della riforma che conseguentemente produrrà nuovi posti di lavoro”.