Quattro arresti per omicidio e tentato omicidio in uno scontro interno alla ‘ndrina dei Mancuso, nel vibonese. La Polizia di Stato di Vibo Valentia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei presunti responsabili dell’agguato del luglio 2003 a Spininga in cui fu ucciso Raffaele Fiamingo detto “il vichingo” e fu ferito Francesco Mancuso. Si tratta di due elementi di vertice della ‘ndrangheta vibonese. Quasi 50 gli uomini impegnati negli arresti e perquisizioni a Vibo Valentia, Milano e Prato. Le attività d’indagine, eseguite dai poliziotti delle Squadre Mobili di Vibo Valentia e Catanzaro, coordinate dal Servizio Centrale Operativo e supportate anche da dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia, hanno permesso di accertare che l’omicidio era maturato per contrasti insorti nella gestione delle attività criminali tra i componenti della famiglia Mancuso – in particolare la fazione capeggiata da Ciccio Mancuso, alias Tabacco, e quella guidata da Cosmo Mancuso, alias Michele.
E’ considerato il “braccio armato” della cosca Mancuso Salvatore Poito, di 55 anni, arrestato dalla Polizia nell’operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri. Poito, secondo gli inquirenti, é al vertice della cosca La Rosa della ‘ndrangheta, alleata con i Mancuso. Salvatore Poito ha precedenti per associazione mafiosa, usura, estorsione e favoreggiamento.
La persona arrestata a Milano nell’ambito dell’operazione “Errore fatale” della Polizia contro la cosca Mancuso é Antonio Prenesti, di 53 anni, detto “Mussu stortu” (muso storto). Prenesti é considerato un trafficante internazionale di droga ed ha precedenti per associazione mafiosa. Già destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’operazione “Dinasty” del 2003, diretta dalla Dda di Catanzaro, Prenesti riuscì a sottrarsi in quell’occasione all’arresto e restò latitante fino al 2010, anno in cui fu arrestato. Successivamente l’uomo riuscì ad ottenere la scarcerazione e rientrò nei ranghi operativi della cosca Mancuso. La Polizia sta svolgendo adesso indagini per accertare i motivi per i quali Antonio Prenesti si trovasse a Milano e quale ruolo svolgesse nel capoluogo lombardo nell’ambito delle attività criminali della cosca Mancuso.