SAN FERDINANDO. “L’obiettivo è chiudere la tendopoli, in prospettiva l’obiettivo è non avere più neanche mezza tenda, garantire i diritti a chi ha i diritti. Il lavoro per tutti non siamo in grado di garantirlo”. Lo ha detto il ministero dell’Interno, Matteo Salvini, in visita stamane nella tendopoli che ospita i migranti a San Ferdinando, dopo lo smantellamento della baraccopoli in cui, in diversi incendi, erano morte tre persone. Salvini ha ribadito di voler raggiungere l’obiettivo dello smantellamento definitivo entro la scadenza del suo mandato “perché – ha spiegato – non si può vivere nel 2019 in queste condizioni”. “Alle mie spalle – ha detto Salvini, in diretta su Facebook – c’è quello che rimane di una baraccopoli che era teatro di scontri, reati, furti, violenze, morti, feriti, incendi. Avevo promesso un intervento e vedete i risultati. C’erano infiltrazioni malavitose, sfruttamento della prostituzione, spaccio di droga, armi, risse, violenze. Avevo promesso di usare le ruspe e questo è il risultato. Dall’altra parte c’erano delle tende, anche lì smontato tutto. C’erano più di 1500-1600 immigrati, molti dei quali irregolari. Avevamo promesso ai calabresi e ai sindaci di intervenire, adesso sono meno della metà nel campo regolare, con tende regolari, controlli di chi entra ed esce, controlli della polizia, presenza dei vigili del fuoco e dei volontari della Caritas. Ce ne sono circa 600, quindi meno della metà. L’obiettivo è zero, arrivare a zero, però in pochi mesi, e i calabresi lo sanno, c’erano centinaia e centinaia di persone e quando la polizia entrava era il disastro, aggressioni, risse, accoltellamenti, violenze sessuali. Quindi – ha proseguito il ministero dell’Interno – riportata sicurezza e legalità. Ho approfittato del Consiglio dei ministri oggi in Calabria che si occuperà di sanità e lotta alla mafia per dimostrare che volere è potere. Hanno detto: ‘ma figurati, dopo anni di chiacchiere se Salvini riuscirà a radere al suolo questa baraccopoli abusiva’, e invece questo è quello che rimane. Ovviamente, il problema – ha sottolineato – non è risolto definitivamente: molti abusivi sono tornati al loro paese o in altri paesi europei, quelli che hanno diritto se hanno un lavoro possono restare qui ovviamente”.