RIACE. Non ce la fa Mimmo Lucano a stare lontano dalla “sua” Riace. Il divieto di dimora impostogli dal Tribunale del riesame di Reggio Calabria nell’ambito dell’inchiesta “Xenia” condotta dalla Procura di Locri sui presunti illeciti nella gestione dell’accoglienza dei migranti nel centro del Reggino, gli pesa in modo insopportabile. E così, dopo esserne stato per due volte sindaco, carica dalla quale, in occasione del secondo mandato, è stato sospeso in seguito all’arresto dell’ottobre scorso, adesso ha deciso di candidarsi come consigliere comunale nelle amministrative del prossimo 26 maggio. Lucano è uno degli 11 candidati alla carica di consigliere della lista capeggiata da Maria Spanò, che proprio nella giunta capeggiata da “Mimmu ‘u curdu”, come qualcuno aveva soprannominato in modo un po’ dispregiativo l’ex sindaco di Riace, era assessore ai Lavori pubblici. Sono tre, comunque, le liste presentate per il rinnovo del consiglio comunale di Riace. A quella di cui fa parte Lucano, denominata “Il cielo sopra Riace”, si aggiungono infatti “Riace 2.0”, che candida a sindaco Maurizio Cimino, che dello stesso Lucano é stato vicesindaco, e “Riace rinasce, trasparenza e legalità”, il cui candidato a primo cittadino è il vigile urbano Antonio Trifoli. La speranza di Lucano di condurre alla vittoria la lista in cui è candidato come consigliere è legata inevitabilmente al tema dell’accoglienza ed a quanto è rimasto nel centro della Locride del messaggio di solidarietà di cui l’ex sindaco si è reso protagonista, rendendo Riace famosa nel mondo e diventando egli stesso un simbolo a livello planetario, tanto da essere inserito dalla rivista “Fortune” nella classifica dei 50 leader più influenti del mondo. Un’esperienza che però è costata cara a Lucano sul piano giudiziario. Dopo gli arresti domiciliari, poi sostituiti dal Tribunale del riesame col divieto di dimora – misura che sul piano delle conseguenze personali è considerata da Lucano forse più afflittiva perché lo ha costretto ad un esilio forzato – è arrivato per l’ex sindaco il rinvio a giudizio. A questo si aggiunge una seconda inchiesta, condotta sempre dalla Procura di Locri, in cui Lucano, cui è stato già notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, è indagato per falso ideologico e per otto episodi di truffa sempre in relazione alla gestione dei migranti ospitati nel centro della Locride.