Operazione “Blacksmith”. La polizia di stato ha smantellato un’organizzazione di trafficanti di stupefacenti che inondava di droga, proveniente da Calabria e dalla Campania, tutta la Sicilia. Diciannove le misure cautelari disposte dal gip di Palermo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia ed eseguite dagli agenti della Squadra mobile di Palermo. Ricostruiti i ruoli e le figure di riferimento per le spedizioni, lo stoccaggio ed il pagamento della droga. Svelata anche una fitta rete di attività a supporto logistico da parte di alcuni membri che si occupavano di dare assistenza ai promotori dell’associazione e di provvedere anche alle esigenze alloggiative di corrieri e fornitori dello stupefacente. L’operazione “Blacksmith” nasce da una precedente indagine della Squadra Mobile, condotta nel 2016, denominata “Cinisaro”, che aveva portato alla luce una vasta attività di importazione di cocaina dal Sud America e dalla Calabria, destinata a rifornire le piazze di spaccio palermitane. Con lo stesso provvedimento è stato disposto anche il sequestro di alcune attività commerciali riconducibli a componenti dell’organizzazione.
Il 23 maggio 2017 arrestati Giuseppe Flandina e il figlio Vincenzo Paolo, cui sono stati sequestrati 300 chili di hashish nascosti in un’autorimessa da loro gestita del rione Zisa: lo stupefacente era trasportato, fra la frutta e la verdura, con una Ape Porter di Cortona, presso l’autorimessa, il tutto sotto la direzione dei capi; il 24 novembre 2017 in arresto Sebastiano Pocchi giunto a Palermo per acquistare dal Francesco Paolo Cintura 15 chili di hashish destinati alla piazza di spaccio siracusana; il 18 gennaio 2018 a Carini sequestrata una ingente partita di stupefacente destinata a Dragotto e Di Maggio, con l’arresto di Francesco Gallo che aveva trasportato a bordo di un camion 10 chili di cocaina fino allo stabilimento di Carini dei fratelli Basile; anche Intagliatore e Visiello avevano scortato per un lungo tratto il mezzo, facendo da staffetta fino a Carini. La successiva perquisizione in casa dei Basile ha consentito di trovare 1470 chili di hashish. Il 29 giugno 2018 si è accertata la consegna di mille chili di hashish al coindagato Francesco Vitale, dietro direttive di Bongiorno e Di Maggio. Le indagini hanno permesso il 30 luglio 2018 di sottoporre alla misura della custodia in carcere Antonino Palumbo e Sergio Compostella, autotrasportatori che avevano provveduto alla consegna. Il 13 novembre 2018 sono stati sequestrati a Carini, arrestandone il custode, altri 300 chili di hashish nascosti in un bancale in legno, proveniente da Torre Annunziata e destinata a Di Maggio. Ricostruito un episodio del marzo 2017 in cui Tarantino faceva da mediatore tra l’abituale fornitore calabrese di cocaina e Di Maggio. Il fornitore giunto a Palermo, ha acquistato da Di Maggio 20 chili di hashish consegnato da Morvillo. Dalle intercettazioni è emerso che Di Maggio e Dragotto avevano una forte disponibilità economica, che gli ha consentito di comprare ingenti quantitativi di hashish. Con lo stesso provvedimento con cui sono state applicate le misure cautelari a carico degli indagati, è stato disposto anche il sequestro di alcune attività commerciali riconducibili a componenti dell’organizzazione, tra cui un’attività commerciale di ristorazione riconducibile ai due boss della droga, ma formalmente intestata al socio Michele Spartico e una villa riconducibile a Di Maggio. Quattordici le misure di custodia in carcere, cinque quelle per gli arresti domiciliari. In cella i capi Paolo Dragotto, 58 anni, e Paolo di Maggio, 35 anni; Giovanni Visiello, 30 anni, Savino Intagliatore, 48 anni, Fabio Bongiorno, 42 anni, Pietro Morvillo, 49 anni, Tommaso Marchese, 26 anni, Michele Spartico, 26 anni, Giuseppe e Vincenzo Paolo Flandina, di 45 e 25 anni, Anthonj e Salvatore Basile, di 28 e 32 anni, Salvatore Paolo Cintura, 29 anni, e Daniele Spataro, 20 anni. Ai domiciliari Giampiero Badagliacca, 39 anni, Silvana Greco, 35 anni, Giorgio Cortona, 73 anni, Vito Lo Grasso, 67 anni, Angela Caruso, 64 anni.