CATANZARO. “Le piante organiche di tutti gli uffici del distretto (requirenti e giudicanti) sono inadeguate sia in relazione al numero dei magistrati che a quello del personale amministrativo. Le scoperture di organico sono ormai endemiche”. Lo ha detto il presidente della Corte di appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, nella sua relazione nel corso della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario. “A stabili percentuali – ha aggiunto il presidente – corrispondono solo modificazioni soggettive dei giudici trasferiti ma costanza nel numero. Il risultato è un movimento costante in uscita, con entrate costituite da magistrati ordinari di prima destinazione che, per vincoli ordinamentali, non possono svolgere funzioni penali di maggior rilievo (monocratico per reati più gravi Gip/Gup) tanto da determinare la paralisi in alcuni uffici con ricorso ad applicazioni infradistrettuali, tali da pregiudicare la già carente efficienza degli uffici di provenienza. Il disagio trova espressione nel rischio di paralisi incombente sull’attività dei tribunali di Catanzaro, Paola e Vibo Valentia, per i quali è stata inoltrata richiesta di applicazione extradistrettuale”. “E’ peraltro da rilevare – ha sostenuto Introcaso – che ormai da anni la Corte d’appello di Catanzaro è priva di magistrati distrettuali. Carenza che condiziona negativamente l’attività dell’intero distretto. Analoghe negative riflessioni si impongono per il personale amministrativo, per il quale si registra una percentuale di scopertura corrispondente al 19%”. Nella relazione si evidenzia, inoltre, che “il settore penale della Corte presenta gravi profili di criticità sia sotto il profilo delle pendenze che negli indici di smaltimento e ricambio. Le pendenze penali individuate a giugno 2013 a quota 5.307 hanno subito un considerevole incremento, risultando, a luglio 2014, in numero di 6.631”, mentre “la produttività complessiva presenta un incremento del 9% circa, risultando definiti 1.850 processi (158 in più rispetto al periodo precedente). Presso la Corte d’assise erano pendenti 31 processi, ne sono pervenuti 30 e definiti 39. I tribunali del distretto registrano pendenze corrispondenti a 821 processi a trattazione collegiale, 26.354 monocratici e 15.029 processi (noti) pendenti davanti all’ufficio Gip. Il raffronto con il periodo precedente indica una lieve flessione dei processi pendenti davanti al collegio (-6,6%) e l’incremento del 10,5% e del 2,8% dei processi rispettivamente pendenti in monocratico penale davanti al Gip/Gup”. Nel settore civile “i Tribunali del distretto – ha detto ancora il presidente Introcaso – presentano una pendenza di 144.985 processi civili, a fronte di 86.195 nuove iscrizioni e 86.564 definizioni. Il dato indica una sostanziale stabilità di rapporto sopravvenuti/eliminati, valutazione che consentirebbe un giudizio finale favorevole”.