La chiesa è inaccessibile per i diversamente abili, il parroco chiama a raccolta i fedeli e si raccolgono i soldi per realizzare un’entrata secondaria idonea, ma da tre anni la Soprintendenza per i beni culturali continua a dare parere negativo. E’ la storia che arriva da Petronà, piccolo centro della Presila Catanzarese, dove un’intera comunità sta protestando da alcuni giorni, fino a promuovere un flash mob sulle ripide gradinate che consentono l’ingresso dall’unica porta disponibile della chiesa. A guidare la protesta popolare c’è il parroco don Giorgio Rigoni, veneto di origine ma ormai adottato in terra di Calabria da circa trent’anni. La Soprintendenza ritiene che la realizzazione di una entrata secondaria modificherebbe la facciata della vecchia chiesa realizzata in pietra, proponendo in alternativa anche un montascale. Tesi respinte da parroco e fedeli: “Mi viene difficile – ha detto il sacerdote – comprendere la posizione della Sovrintendenza di Cosenza. Non mi spiego tanta insensibilità dinanzi ad anziani, ammalati e diversamente abili che non possono entrare nel nostro luogo di culto. C’è ignoranza? C’è malafede?”. Tante le storie di cittadini che non riescono ad entrare nel luogo di culto: dalla bambina diversamente abile che per la sua Comunione dovrà essere portata in braccio, insieme alla sua carrozzina, all’anziano deceduto senza poter entrare nella chiesa del suo paese, eppure nulla è servito ad oggi per smuovere le “regole rigide” imposte dalla Soprintendenza.
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