Decreto Calabria: tra i docenti preoccupati dei “profili di incostituzionalità” del decreto e della “tenuta della qualità del sistema sanitario nazionale riguardo ai reclutamenti di specializzandi senza titolo negli ospedali e nelle prime linee dei pronto soccorso”, si fanno sentire le voci di Maria Triassi, della Federico II di Napoli, e di Giorgio Minotti, preside dell’Università Campus biomedico di Roma, che raccolgono anche la protesta di un centinaio di docenti di varie università d’Italia. “I profili di incostituzionalità del decreto Calabria – avverte Triassi – non potranno essere sanati da una circolare da emanare dopo l’approvazione della norma: di questo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella confidiamo tenga conto quando il provvedimento arriverà alla sua ratifica”“. Secondo Triassi “in gioco c’è non solo il diritto alla Salute costituzionalmente garantito, ma il diritto di cittadini e pazienti di ottenere prestazioni sanitarie sicure e di qualità”. Il decreto Calabria prevede la possibilità, per gli specializzandi all’ultimo anno (anche per quelli del penultimo per le specializzazioni di 5 anni), di accedere ai concorsi per l’assunzione nel Ssn. “Un sistema – continua Triassi – che da un lato attribuisce responsabilità professionali tali allo specializzando da gettarlo allo sbaraglio in delicatissime funzioni che in qualche modo, anziché attrezzarlo al meglio, lo limiteranno col rischio di bruciarne sul nascere le possibilità di carriera. Ma sul versante del paziente andrà anche peggio riguardo alla qualità dell’assistenza”. Per Minotti “quanto previsto dall’articolo 12 del Decreto Calabria introduce una serie di potenziali pericoli per il binomio medico paziente, per il Ssn il sistema universitario e le scuole di specializzazione. A pagarne le spese la qualità dell’assistenza soprattutto nelle discipline della medicina di urgenza. In tali premesse l’intento di colmare la carenza di medici in queste discipline è pura illusione e di fatto abbassa il livello di assistenza e introduce il rischio di rilevanti situazioni anche in termini di responsabilità civile e penale”. Per questo confidiamo – concludono Triassi e Minotti – che in sede di ratifica del decreto, se dovesse essere approvato senza modifiche, via sia un segnale del Quirinale”.
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