Si allarga l’inchiesta sul giro di estorsioni a Nicotera, nel Vibonese, che lo scorso 18 luglio ha portato all’arresto del boss della ‘ndrangheta Antonio Mancuso, 81 anni, e del nipote Alfonso Cicerone, 45 anni. I carabinieri della Compagnia di Tropea e della Stazione di Nicotera hanno infatti eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip distrettuale di Catanzaro nei confronti di altre due persone accusate di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Si tratta di Giuseppe Cicerone, 88 anni, cognato di Antonio Mancuso, e di Francesco D’Ambrosio, 39 anni, entrambi di Nicotera ed già indagati a piede libero nell’ambito della stessa inchiesta. L’operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri, è stata denominata “Maqlub” che in arabo significa “Ribaltamento”. Vittima delle pretese estorsive l’imprenditore Carmine Zappia che ha denunciato le illecite pretese ai carabinieri, ed alcuni ambulanti extracomunitari ai quali sarebbe stato chiesto il pagamento di 50 euro per poter installare la propria bancarella in piazza Garibaldi a Nicotera.
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