Di nuovo in bilico l’utilizzo dello stadio Ezio Scida di Crotone. Alla vigilia dell’esordio del Fc Crotone in Coppa Italia e nel prossimo campionato di serie B, la Soprintendenza archeologica della Calabria ha negato l’autorizzazione all’utilizzo delle strutture amovibili dello stadio chiedendo al Comune di Crotone, proprietario dell’impianto sportivo, che siano smantellate. Un provvedimento identico a quello che la stessa Soprintendenza aveva emesso già negli anni passati e sul quale si è successivamente pronunciato il Tar Calabria. Con sentenza del 26 giugno scorso, infatti, i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso proposto da Comune e Fc Crotone contro il diniego della Soprintendenza all’utilizzo di strutture amovibili realizzate in curva sud e tribuna coperta in occasione del campionato di Serie A. I giudici del Tar, in proposito, hanno sottolineato che “le strutture non insistono sull’area vincolata direttamente per essere custode dei reperti archeologici, ma sono solo su area limitrofa sulla quale dal 1981 grava vincolo indiretto in quanto fascia di rispetto alla prima”. Una motivazione che non ha impedito alla Soprintendenza archeologica di rispondere negativamente alla richiesta di autorizzazione avanzata dal Comune di Crotone lo scorso 11 luglio rinnovando l’ordine di smantellamento delle tribune amovibili. Il soprintendente Mario Pagano sostiene che Comune e società di calcio “non hanno ottemperato alle prescrizioni indicate nell’autorizzazione originaria nonostante il lungo tempo trascorso” e che questo “inadempimento alle prescrizioni prefigura infrazione di natura penale rispetto al Codice dei beni culturali”. Infine, ribadisce, come aveva fatto l’anno scorso, che “la retrocessione in serie B del Crotone ha fatto del tutto venire meno i requisiti di necessità ed urgenza dell’autorizzazione provvisoria, nè può invocarsi per il suo rinnovo la questione dei servizi igienici e degli spogliatoi arbitrariamente spostati dalla collocazione originaria”. Pagano, quindi, diffida la società minacciando l’invio dei Carabinieri del nucleo tutela del patrimonio culturale per attivare, in caso di inadempienza, i provvedimenti per la rimozione in danno. Dal canto suo il Comune di Crotone ha dato mandato ai suoi legali per un ricorso in urgenza al Tar per una sospensiva del diniego del soprintendente.