“Questa ancora una volta è la conferma della bontà di quel progetto che il tribunale per i minorenni di Reggio Calabria col dott. Roberto Di Bella e la Procura per i minorenni con la dottoressa Latella hanno avviato, ovvero di verificare le condizioni in cui vengono fatti crescere questi bambini e la necessità di dar loro una possibilità di scegliere”. Lo ha detto il procuratore distrettuale di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, commentando le risultanze dell’operazione “cattiva strada”, condotta dai Carabinieri che hanno arrestato 13 persone a vario titolo coinvolte in una organizzazione dedita al narcotraffico, nell’ambito della quale è emerso che l’elemento di spicco aveva coinvolto il figlio minore, un bambino di 8 anni, in alcune attività illegali. “E’ evidente che il bambino – ha aggiunto Bombardieri – è cresciuto in un ambiente simile con un padre che lo portava e lo coinvolgeva anche in attività illegali aveva poca libertà di scegliere come crescere. Già all’epoca fu interessato il tribunale per i minorenni perché a seguito di perquisizione presso un’abitazione dell’indagato e il rinvenimento di materiale che era evidentemente destinato all’attività di taglio di sostanze stupefacenti, c’era la presenza del bambino e quindi fu interessato all’epoca il tribunale per i minorenni. Successivamente – ha detto il procuratore – il genitore si allontanò dal nucleo familiare, dopo essere stato arrestato e scarcerato, perché si era imbarcato come marittimo quindi era venuto meno il coinvolgimento del bambino in inattività illecite”.
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