VIBO VALENTIA. Il prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno, ha sospeso con un provvedimento Romano Loielo dalla carica di sindaco di Nardodipace, centro delle Serre vibonesi. La decisione scaturisce dall’arresto martedì scorso del primo cittadino (finito ai “domiciliari”) nell’inchiesta “Uniti per la truffa” contro una presunta associazione a delinquere finalizzata a compiere una pluralità di truffe ai danni dell’Unione europea e della Regione Calabria. L’amministrazione comunale, in virtù della sospensione del sindaco in seguito all’arresto, sarà retta dal vicesindaco Alberto Franzè, anche lui indagato a piede libero nella stessa inchiesta al pari del consigliere comunale Antonio Franzè. Loielo ed i due Franzè sono stati già rinviati a giudizio per abuso d’ufficio e falso in altro processo in corso unitamente ai consiglieri comunali Pasquale La Rosa, Antonio Maiolo, Aurelio Tassone. La Prefettura sta inoltre valutando in queste ore se inviare al Comune una nuova commissione d’accesso agli atti per accertare eventuali infiltrazioni mafiose, posto che l’inchiesta per truffa registra l’arresto pure dell’ex vicesindaco Romolo Tassone, figlio del boss Rocco Tassone (già condannato per mafia a 13 anni), e dimostra che i rapporti fra il sindaco Loielo ed il suo ex vicesindaco (già una prima volta dichiarati entrambi “incandidabili” per mafia) non si sarebbero mai interrotti.