Criticità nella gestione della sanità, nei rapporti di credito e debito con i Comuni, nella riscossione delle tariffe per i rifiuti e il servizio idrico, nella spesa del personale negli enti sub regionali. Le evidenzia la sezione di controllo della Corte dei Conti nel giudizio di parifica del Rendiconto generale della Regione Calabria per il 2018, in corso nella sede regionale della magistratura contabile a Catanzaro, alla presenza, tra gli altri, del presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio. Nelle relazioni della sezione di controllo della Corte dei Conti, elaborate dal presidente Vincenzo Lo Presti e dal referendario Stefania Anna Dorigo, in primo luogo si registra “un’evidente difficoltà nella riscossione delle entrate tributarie ed extratributarie che nel tempo ha determinato la formazione di ingenti residui attivi, cioè crediti non riscossi, che oggi risultano spesso non più riscuotibili: tale difficoltà di riscossione ha come conseguenza la riduzione della liquidità di cassa e ciò impedisce e di fare fronte con la dovuta tempestività ai pagamenti”. Nella relazione per la parifica poi la Corte dei Conti evidenza che “il risultato di amministrazione conseguito dalla Regione nel 2018 è pari a 1,158 miliardi: tenuto conto delle quote che per legge devono essere vincolate e accantonate, la ‘parte disponibile’ è pari a -89 milioni”. Secondo la magistratura contabile, il saldo di cassa della regione nel 2018 è “sostanzialmente negativo” per circa 37,5 milioni, mentre a fine 2017 era positivo per circa 47,5 milioni. Inoltre – si legge nelle relazioni – “il fondo cassa è gravato da consistenti pignoramenti che ammontano a circa 111 milioni su un totale di circa 428 milioni”: per la sezione di controllo della Corte dei Conti “tutto ciò indica che la cassa regionale non è cospicua come appare”, con “un quarto delle risorse liquide non disponibili perché pignorate”, e con la considerazione che “una simile quota di pignoramenti rappresenta un’anomalia nel panorama nazionale, infatti oltre alla Calabria solo la Campania e il Lazio evidenziano quote talmente alte da rasentare un fenomeno di grave patologia”. Per quanto riguarda l’analisi dei crediti e della reale sussistenza delle partite creditorie, la Corte dei Conti ha appurato che “i residui attivi ammontano a 4,235 miliardi”, ma “le riscossioni di tali partite sono state esigue nel 2018”. La Regione vanta anche “crediti per il servizio di conferimento dei rifiuti per circa 47 milioni verso i Comuni in dissesto, parimenti i crediti per fornitura idropotabile sempre verso Comuni in dissesto sono pari a circa 64 milioni: sono crediti evidentemente di incerto recupero nella loro integralità”.
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