“Da qualche tempo in città si parla della chiusura del secolare Convento della Chiesa del Monte dei Morti e del conseguente trasferimento dei monaci in altre sedi. Una decisione che la comunità catanzarese subisce ma che certamente non può e non potrà mai condividere. Pertanto, a titolo di curiosità, la mattina del 16 ottobre scorso chi scrive si è portato presso la precitata Chiesa dove due frati conventuali stavano celebrando la Santa Messa delle ore 9,30, alla presenza di oltre trenta persone. Un numero importante da non trascurare, tenuto conto del vistoso calo di fedeli che da anni caratterizza le chiese italiane e non solo. Chissà se altri “luoghi” di culto dei frati cappuccini, che rimarranno attivi in Calabria, potranno vantare tale numerosa partecipazione soprattutto in un giorno feriale? Inoltre, è doveroso evidenziare che durante le domeniche e le feste religiose la Chiesa del Monte dei Morti continua a pullulare di fedeli che giungono anche da altre parrocchie. Tale confortante risultato resiste nel tempo anche grazie all’operosità e all’abnegazione dei monaci che sono in procinto di lasciare definitivamente il Convento in questione e la Chiesa stessa”. E’ quanto scrive alle redazioni di RTC e del Giornale di Calabria l’associazione culturale “Petrusinu ogni minestra” presieduta da Antonio Chiarella.
“Comunque, che i monaci abbandonino l’importante complesso religioso ci può anche stare; ma nel concretizzare tale dubbia operazione si spera almeno che i beni in dotazione dell’importante Convento (e dell’annessa Chiesa) rimangano nella città di Catanzaro anche perché la maggior parte di essi è frutto di donazioni di cittadini catanzaresi. Altrimenti al danno si aggiungerebbe la beffa. E questo non si potrà e non si dovrà consentire!!!! A Catanzaro ancora non si è spenta l’eco di quanto avvenuto nella Basilica dell’Immacolata dove inspiegabilmente non sono rintracciabili molti oggetti sacri di valore già inventariati, per come riportato opportunamente dalla stampa locale. Sulla vicenda, spiace constatare, è calato un preoccupante ed inquietante silenzio. Chi ne fa le spese, come al solito, sono i fedeli catanzaresi desiderosi e smaniosi di recuperare cose che appartengono alla storia ed alla vita quotidiana di una città che notoriamente si distingue per la capacità di vivere con dignità e discrezione.
Sarebbe opportuno, quindi, riaccendere i riflettori sugli episodi riprovevoli che hanno interessato l’amata e frequentata Basilica catanzarese. Ritornando alla soppressione di cui in premessa, ci rivolgiamo a tutti coloro che stanno protestando attivamente contro l’ostinata cancellazione del Convento esortandoli a passare ad intraprendere azioni più incisive ed eclatanti. Una di queste si potrebbe configurare nella costituzione di una delegazione di persone a conoscenza dei fatti, che si dovrebbe recare in trasferta al Vaticano chiedendo udienza addirittura a Papa Francesco. Qualcuno si chiederà perché scomodare il Pontefice? La risposta è semplice in quanto quello che succede in Calabria, in tutti i campi, ha dell’assurdo e dell’inverosimile. Ma la cosa più indigesta è che il tutto avvenga fra l’indifferenza quasi generale”.
redazione@giornaledicalabria.it