Sciopero unitario di 24 ore indetto da Fim, Fiom e Uilm nello stabilimento siderurgico di Taranto e negli altri siti del Gruppo ArcelorMittal. Allo stabilimento è arrivato ieri il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha incontrato i dipendenti accompagnato da alcuni dirigenti del siderurgico. Ressa al suo arrivo: “Parlerò con tutti ma con calma”, ha detto Conte davanti ai cancelli dell’ex Ilva, dove era atteso da molti cittadini ed operai.
E’ nato un botta e risposta con alcuni cittadini che gli chiedevano di chiudere l’impianto. “Dovete conoscere la situazione”, gli ha detto un cittadino. “Sono qui per questo”, ha risposto. Era una folla composta da ambientalisti, operai e abitanti del quartiere Tamburi quella che all’arrivo del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, premeva per parlargli. Il premier a molti di loro ha chiesto: “cosa volete, la riconversione?”. Ma il gruppo che lo assediava all’esterno aveva una sola parola d’ordine: chiusura. Solo qualcuno accennava alla possibilità di una riconversione, impiegando per questo gli operai per la bonifica. “Non ho la soluzione in tasca. Vedremo nei prossimi giorni”, ha poi detto il presidente del Consiglio. I metalmeccanici chiedono intanto “all’azienda l’immediato ritiro della procedura di retrocessione dei rami d’azienda e al governo di non concedere nessun alibi alla stessa per disimpegnarsi, ripristinando tutte le condizioni in cui si è firmato l’accordo del 6 settembre 2018 che garantirebbe la possibilità di portare a termine il piano Ambientale nelle scadenze previste”.