In Italia, il Mezzogiorno rimane l’area con la percentuale più alta di individui a rischio di povertà o esclusione sociale (45,0%, seppure stabile rispetto all’anno precedente). Lo rileva l’Istat spiegando che “tuttavia, in tale ripartizione si osserva un incremento del rischio di povertà da 33,1% nel 2017 a 34,4% nel 2018”. Il dato più basso del rischio di povertà o esclusione sociale si registra nel Nord-est con il 14,6%. La diminuzione del valore di questo indicatore riguarda soprattutto i residenti nel Nord-ovest (da 20,7% nel 2017 a 16,8% nel 2018), in particolare per la più marcata riduzione dell’indicatore della grave deprivazione materiale. Si registra un miglioramento delle condizioni di vita anche per le persone che risiedono nel Nord-est (da 16,1% a 14,6%) e nel Centro (da 25,3% a 23,1). Anche nel 2018, l’incidenza del rischio di povertà o esclusione sociale è più elevata tra gli individui delle famiglie di coppie con tre o più figli (36,0%), nonostante un sensibile miglioramento rispetto allo scorso anno (41,1%) e in quelle monogenitore (35,4%; 38,8% nel 2017). Rispetto all’anno precedente si registra un’attenuazione del rischio di povertà o esclusione sociale di tutte le tipologie familiari tranne che per le coppie con due figli per le quali aumenta passando da 26,5% nel 2017 a 28,3% nel 2018. Pur rimanendo un valore elevato, si riduce anche il rischio di povertà o esclusione sociale tra coloro che vivono in famiglie con un solo percettore (42,5%).
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