Il Csm difende il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e mette sotto accusa il suo diretto superiore, il Pg del distretto Otello Lupacchini, che lo avrebbe “delegittimato pubblicamente” dopo il recente blitz contro la ‘ndrangheta che ha portato all’arresto di 330 persone. Gravi le conseguenze per Lupacchini, che rischia di dover lasciare il suo posto, visto che la Prima Commissione gli ha aperto la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale. Secondo i sei consiglieri che compongono la Commissione – presieduta dal togato di Autonomia e Indipendenza Sebastiano Ardita – questa vicenda e altri pregressi comportamenti avrebbero appannato l’immagine di magistrato di Lupacchini e la sua capacità di operare con la necessaria autonomia e indipendenza. Una contestazione a cui il Pg potrà rispondere (se lo vorrà con l’assistenza di un difensore) lunedì prossimo, data in cui è stato convocato dalla Commissione. La decisione è stata presa all’unanimità. E sempre all’unanimità la Commissione ha dato il via libera a una pratica a tutela di Gratteri per le accuse ricevute non solo da Lupacchini, ma anche dalla parlamentare del Pd Enza Bruno Bossio. Un lavoro che culminerà con una presa di posizione pubblica per ribadire che i provvedimenti dei magistrati possono essere criticati ma non può essere consentita la delegittimazione dei magistrati. A far finire nei guai il Pg è stata un’intervista televisiva, concessa al Tgcom. All’indomani del blitz, Lupacchini aveva puntato l’indice contro quella che aveva definito “l’evanescenza” di “molte operazioni della procura distrettuale di Catanzaro”. Affermazioni ritenute “allarmanti” soprattutto per il ruolo ricoperto da Lupacchini dai togati di Area (il gruppo che rappresentata i magistrati progressisti) e di Magistratura Indipendente, la corrente più moderata: i primi avevano chiesto l’apertura della procedura di trasferimento d’ufficio; i secondi la pratica a tutela di Gratteri, segnalando con il laico del M5S Fulvio Gigliotti, anche la “gravità” delle considerazioni espresse dalla deputata Bruno Bossio. In questo caso a far discutere un commento postato su Facebook e poi rimosso dalla parlamentare del Pd. “Gratteri arresta metà Calabria! È giustizia? No è solo uno Show! Colpire mille per non colpire nessuno. Anzi si. Colpire la possibilità di Oliverio di ricandidarsi. Il resto finirà in una bolla di sapone come il 90% delle sue indagini. E la ‘ndrangheta continuerà a prosperare come ha fatto in questi anni”, aveva scritto la deputata. Una presa di posizione da cui si era dissociato il suo stesso partito. Lupacchini sembra comunque deciso a dare battaglia e passare al contrattacco. E ha già calato sul tavolo la prima carta: chiedendo per il tramite del suo legale, l’avvocato Ivano Iai, che il Csm anziché perseguirlo gli garantisca la sua tutela, aprendo una pratica a sua difesa così come ha fatto per Gratteri.
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