“Per guardare avanti, nella nostra regione la politica deve ripartire dalle situazioni di disagio in cui si evidenzia in maniera inequivocabile la fragilità del tessuto sociale”. E’ quanto afferma, in una nota, il segretario generale della Cisl della Calabria, Antonio Russo. “Nell’imminenza delle elezioni regionali – prosegue Russo – non vogliamo rivolgere un appello generico e di rito ai candidati, ma partire realisticamente da alcuni tra i dati frutto dell’analisi territoriale che periodicamente, sulla base di diversi indicatori, l’osservatorio Barometro Cisl ci fornisce: nel dicembre 2019 si registra, infatti, in relazione al benessere/disagio delle famiglie, un preoccupante arretramento della Calabria che ritroviamo all’ultimo posto tra le regioni italiane. In ambiti particolarmente significativi e decisivi in tema di sviluppo la nostra regione è ultima per quanto riguarda il lavoro, ultima per la coesione sociale, penultima (prima della Sicilia) per l’istruzione”. “Ci sono dati – sottolinea ancora Russo – che il dibattito politico non può ignorare: ad esempio, il numero elevato dei neet (i giovani che non studiano né lavorano né seguono una formazione professionale) e il fatto che il 33% di essi (età 15-24 anni) abbia solo la licenza media (dato in crescita rispetto al 2018). Ciò rivela una crisi di motivazione e di speranza che costituisce uno degli aspetti più drammatici dell’esistenza delle nuove generazioni e delle loro famiglie. Sul versante lavoro, si registra un tasso di occupazione al 40%, in cui l’incidenza del part time (spesso solo sulla carta) è la più elevata in Italia (20%). Inoltre, la nostra regione è prima per i lavoratori dipendenti con reddito troppo basso (il 21% ha una paga inferiore ai 2/3 della media)”. Per il segretario generale della Cisl calabrese “non si possono chiudere gli occhi sul fatto che i disoccupati ‘di lunga durata’ (cioè da più di dodici mesi) in Calabria siano il 68% né che, dopo qualche anno di andamento positivo, nel 2019 vediamo nuovamente cresciuta l’incidenza del lavoro precario: su 100 occupati, 15 sono dipendenti temporanei, collaboratori e prestatori d’opera. Né può essere ignorato o accettato come un male inevitabile il dato che gli occupati sovraistruiti impegnati in un lavoro a bassa specializzazione siano in Calabria 35 su 100”. “In un territorio che non ha bisogno di ulteriori lacerazioni del tessuto sociale, chiediamo alla politica – sostiene ancora Russo – di affrontare i temi dell’oggi progettando il futuro. C’è bisogno di un dialogo costante con la società calabrese, valorizzando le potenzialità della nostra regione, le pratiche virtuose, la funzione dei corpi intermedi con la loro capacità di interpretazione dei bisogni e di mediazione. Nessuno può stare a guardare: la Cisl sarà, in continuità con la sua storia, sempre disponibile al confronto sui problemi e sulle strategie tese ad invertire una drammatica tendenza al degrado per guardare al futuro con speranza”.
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