Quest’oggi Catanzaro si è svegliata con una brutta notizia: è morto Nuccio Tolomeo, volto noto ed amatissimo in città. Una malattia ha stroncato il vulcanico tecnico, molto popolare per il suo carattere grintoso e generoso. Tolomeo era un’autentica icona nel quartiere Sala e non solo. Prima arbitro, poi allenatore di calcio, una vita spesa a crescere pulcini, giovani e giovanissimi ed addestrarli alla vita ed al calcio, attraverso principi sani e fermi, senza sconti per nessuno. Viveva l’impegno agonistico come nessuno, dava tutto durante la settimana per essere pronto alla domenica. Allenamenti serrati e grande agonismo. Sempre diretto, non te le mandava a dire. Irruente, a volte schivo e burbero, ma buono come pochi. Punto di riferimento costante per i ragazzi che allenava ed anche per i loro familiari. “Nuccio” non era solo un allenatore ma un secondo padre. Si dice che “un buon allenatore e’ quello che trasforma 4 gatti in 4 leoni”: Tolomeo ci riusciva. Si prodigava sempre per l’unità del gruppo, spesso in prima persona accompagnava i propri allievi sul campo di calcio e li riportava a casa, non faceva loro mancare nulla. Nuccio Tolomeo lavorava nel Convitto “Galluppi” di Catanzaro. Ma appena libero dal lavoro, scappava letteralmente, in sella al suo scooter, nella sua “casa” di sempre, il suo quartier generale, lo storico campo di Catanzaro Sala, lì dove ha “allattato” generazioni di calciatori in erba. Ma prima di arrivare a destinazione, erano decine e decine le fermate con persone incontrate casualmente alle quali dedicava un saluto fugace o un sorriso o un semplice scambio di pareri sulle vicende del calcio e della vita. E proseguiva temerariamente nella sua “missione”, basata su valori semplici ma forti, da trasmettere sempre, sia nella vittoria che nella sconfitta, sul campo e fuori. Una vita sul rettangolo verde per Nuccio, sempre da trascinatore, in campo e fuori, senza mai risparmiarsi. Orgoglioso, caparbio, tenace e generosissimo, totalmente innamorato della sua adorata mamma e della sua famiglia dalla quale non poteva mai staccarsi. Ha insegnato a lottare, oltre qualunque ostacolo, anche ai giovani piu’ timorosi e fragili. Un autentico condottiero oltre le avversità. Timoniere di molte compagini, ma una squadra, un team, una famiglia ed un vessillo gli erano entrati particolarmente nel cuore: quelli del Real Catanzaro creato dal presidente Giuseppe Soluri nel 1991, che Tolomeo ha guidato nei primi anni novanta in Interregionale, conquistando tranquille salvezze. Un rapporto semplicemente eccezionale tra il presidente Soluri e mister Tolomeo, sempre imperniato sui valori della correttezza e del rispetto reciproco. Una stima mai venuta meno, rimasta intatta anche dopo la fine di quella bella ed esaltante esperienza calcistica nel massimo campionato dilettantistico nazionale. Tanto che la famiglia di RTC-Telecalabria ha voluto affiancare, da sponsor esterno, le nuove esperienze professionali del tecnico, proprio alla guida del Real Catanzaro.
La malattia lo stronca, ma il suo ricordo, il suo esempio di serietà e generosità, resta vivo in chiunque lo abbia conosciuto o incrociato.
Muore da leone, come è sempre stato nella vita e sul campo. Grazie Nuccio per tutto quello che hai dato ed insegnato. RTC non ti dimenticherà.
Manuel Soluri