«La riduzione delle postazioni dell’ex Guardia medica nella provincia di Catanzaro si basa su presupposti normativi sbagliati e penalizza Comuni che invece hanno bisogno evidente di questo presidio essenziale. Abbiamo contestato formalmente la scelta della commissione straordinaria dell’Asp catanzarese e promosso e ottenuto, per venerdì 28 febbraio alle ore 10,30, un Tavolo specifico alla struttura commissariale, alla Cittadella regionale, cui tra gli altri parteciperanno tutti i sindaci interessati e i parlamentari del territorio». Lo affermano, in una nota, i parlamentari del M5S Bianca Laura Granato, Giuseppe d’Ippolito e Paolo Parentela, che precisano: «È probabile che nelle prossime ore la commissione dell’Asp di Catanzaro si determini, come ieri anticipato al dipartimento regionale Tutela della salute, sospendendo con analogo atto la delibera con cui ha ridotto le postazioni in questione. In ogni caso ci sarà questo Tavolo in cui ci ritroveremo, al di là dei colori della politica, per ripristinare i diritti delle popolazioni del Catanzarese, che non possono essere compressi per alcun motivo. La battaglia per la tutela della salute non deve avere – concludono i parlamentari 5 Stelle – confini politici. Perciò ci siamo mossi in maniera da affrontare insieme, e con la massima apertura, un problema che potrebbe interessare altri territori della Calabria, in parte già colpiti da pesanti disservizi. La nostra attenzione sulle necessità del Servizio sanitario regionale continua ad essere massima».
Articolo 1: “Servono investimenti non tagli”
“Il provvedimento con il quale era stata disposta la soppressione di 34 guardie nella provincia di Catanzaro è apparso subito profondamente ingiusto e lontano dalla realtà dei problemi che affliggono il mondo della Sanità in Calabria. Riteniamo infatti che occorra operare investimenti che possano ampliare l’offerta di beni e servizi in questo settore piuttosto che tagli che invece ne determinerebbero la paralisi completa”. Lo si legge in una nota di Articolo 1 Calabria. “Esprimiamo vicinanza – prosegue il comunicato stampa – a tutti gli operatori medico sanitari che in questi anni, in condizioni di difficoltà, hanno consentito alle guardie mediche di prestare una assistenza che riteniamo importante in una regione come là Calabria. Ci attendiamo ora che il ministero della Salute, anche in considerazione della sensibilità fin qui mostrata e della attenzione che sta rivolgendo al mondo sanitario calabrese, intervenga per correggere quello che evidentemente appare come un errore commesso dalle strutture commissariali. Quello sanitario è un servizio che in Calabria deve essere potenziato e diffuso nell’interesse del cittadino. Come Articolo Uno Calabria – è infine scritto – saremo sempre in prima linea per difendere il più possibile l’universalità del diritto alla salute nella nostra regione”.
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