Tra i soggetti maggiormente presi di mira da minacce e intimidazioni dirette si confermano gli amministratori locali (56% dei casi). Tra questi, in particolare i sindaci (57,3%), seguiti da consiglieri comunali (22,5%, in aumento), assessori (12,8%) e vicesindaci (5,2%). Sono alcuni dei dati contenuti nell’ultimo Rapporto di Avviso Pubblico sugli “amministratori sotto tiro”. L’ 87% delle intimidazioni
censite nel 2019 sono state di tipo diretto (la percentuale più alta di sempre, +6% rispetto al 2018): “questo significa -spiegano gli autori del report- che gli amministratori locali e il personale della
pubblica amministrazione (dirigenti e impiegati comunali, presidenti di enti e aziende partecipate, personale di altre strutture locali) sono stati minacciati direttamente come persone”. Nel 13% dei
casi le minacce sono state di tipo indiretto. In questo caso sono stati colpiti municipi, uffici, strutture e mezzi adibiti al ciclo dei rifiuti, a servizi sanitari, idrici, elettrici e del trasporto pubblico. Tra le minacce di tipo indiretto, vanno comprese anche quelle rivolte a collaboratori e parenti, come ad esempio genitori, mogli, mariti, fratelli e sorelle. Significativo il numero di minacce e aggressioni nei confronti del personale della pubblica amministrazione: il 27% del totale (in leggero calo rispetto
al record del 30% fatto registrare nel 2018 ). Le aggressioni e gli incendi rappresentano le due principali tipologie di intimidazione messe in atto nei confronti degli amministratori locali (18.6% del totale dei casi censiti per ciascuna tipologia). Ma in continuità con un trend emerso negli ultimi anni, si conferma l’aumento dei casi registrati sui social network (15% del totale), seguiti da minacce verbali
(12.6%) e invio di lettere, biglietti e messaggi minatori (11.6%). Seguono i danneggiamenti (8%), le scritte offensive o minacciose (6%), l’invio di proiettili (4%), l’utilizzo di ordigni, molotov ed esplosivi
(2%) e l’invio di parti di animali (1.6%). E’ un altro dei dati che emergono dall’ultimo Rapporto di Avviso Pubblico sugli “Amministratori sotto tiro”, che rileva anche una diversificazione nella tipologie
di minacce utilizzate fra Nord e Sud. Gli incendi, prima tipologia di minaccia al Sud e nelle Isole (un caso su quattro), si trovano solo al settimo posto nell’area Centro-Nord (6% dei casi). Analogamente
i social network, diventati il mezzo più utilizzato per intimidire al Centro Nord (22.6% dei casi), scendono al quarto posto nell’area Sud-Isole (10%). La tipologia di intimidazione che “unisce” il
Paese sono le aggressioni: è la seconda più utilizzata tanto nel Sud-Isole (il 19.6% dei 342 casi censiti nell’area) che al Centro- Nord (18% dei 217 casi censiti). Un’altra evidenza che viene ribadita dai dati del 2019 è che “nell’area del Mezzogiorno si intimidisce in modo più evidente, senza preoccupazione di destare allarme sociale né di subire sanzioni: il 46% delle minacce si concentra infatti nelle categorie incendi e aggressioni. Un dato che scende al 24% nell’area centro-settentrionale, dove l’azione cede il passo alle minacce verbali o scritte (64% dei casi), attraverso i social, le lettere minatorie e altri canali”. Nei grandi Comuni -dove si concentra oltre un terzo di tutte le intimidazioni l’aggressione fisica è il mezzo più utilizzato (28.5% dei 200 casi censiti), mentre nei Comuni più piccoli resta l’incendio (20.6% dei 359 casi censiti).
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