Nessuna sorpresa, anzi apprezzamenti da parte del “Comitato Pescatori Calabria” – dichiara il presidente, Salvatore Martilotti – per l’iniziativa annunciata dalla Regione Calabria che si pone “l’obiettivo con un piano di comunicazione e promozione di migliorare la competitività del settore pesca e dell’acquacoltura”. Fa parte del PO FEAMP 2014-2020 gestito dalla Regione e, pertanto, è una misura che viene messa a bando, magari anche con un po’ di ritardo. Ma questo per responsabilità certamente della precedente amministrazione regionale. Tuttavia, essendo un bando della già nota programmazione UE non riusciamo a capire perché viene presentato in pompa magna utilizzando un linguaggio, probabilmente, un po’ esagerato. La comunicazione e la promozione del settore, certamente, è un fatto molto rilevante, ma parlare di “stati generali del mare” ci sembra un po’ esagerato. E, purtroppo, con amarezza dobbiamo prendere atto che in tanti, nell’ambito del settore della pesca artigianale, sono convinti che questo “agire esagerato e pomposo” è, probabilmente, il risultato di nessun intervento per sostenere con liquidità a fondo perduto la ripartenza della piccola pesca artigianale dopo l’emergenza Covid-19, a differenza del Governo con 20 milioni di euro e di altre Regioni, in particolare la vicina Regione Campania che, con apposito decreto con 5 milioni di euro a fondo perduto, sostiene la ripartenza del proprio settore pesca. Invece in Calabria tutto tace, questo ormai è un argomento tabù, probabilmente – continua Salvatore Martilotti – siamo un settore attraente solo per la buona dotazione finanziaria del FEAMP e dei FLAG e, pertanto, nessuna meraviglia se ci dicono che l’attuazione del programma gode di ottima salute. Anche, se a nostro parere, c’è qualcosa che forse non funziona bene, ovvero gli obiettivi previsti dalla PCP da raggiungere attraverso la “diversificazione e l’innovazione” che alla data odierna, si dice, registrano risultati deludenti sia per lo sviluppo che per l’occupazione in modalità inter-settoriale nell’ambito dell’economia costiera. E se tutto ciò risponderà al vero, ancora una volta, purtroppo, siamo in presenza di dispersione di risorse pubbliche e quindi di ulteriori opportunità sprecate per ammodernare e garantire un futuro alla pesca costiera artigianale. E’ sufficiente circondarsi di “cortigiani” per convincersi che tutto va bene? Guardando i risultati deludenti un sano pragmatismo consiglierebbe di coinvolgere tutti i pescatori compresi quelli critici verso chi da sempre gestisce questi strumenti senza aver ottenuto nessun risultato di rilievo!”.