LAINO BORGO. L’Anas ha disposto il blocco dei cantieri del terzo Macrolotto dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, tratto Campotenese-Laino Borgo, nel cosentino. Lo rende noto Walter Schiavella, segretario generale Fillea Cgil, secondo cui è a rischio il lavoro di 800 persone. “Nelle prossime ore – prosegue – capiremo da Anas quanto potrà durare tale blocco, le cui cause sarebbero derivanti dalla mancanza del direttore dei lavori, quello Stefano Perotti indagato nell’ambito dell’indagine “Sistema”. “Da parte sua il contraente generale, Italsarc – sostiene Schiavella – sta provvedendo, attraverso le circa 55 imprese in subappalto, alla messa in sicurezza degli impianti. Da domani quindi 800 lavoratori non torneranno a lavorare. O meglio, da domani 800 lavoratori rischiano di pagare per le colpe di altri, corrotti, corruttori e di un sistema di regole sbagliato e opaco. Un sistema che ha origine nella legge obiettivo e nell’istituto del contraente generale che, come diciamo da anni, sono stati un autentico fallimento, inadeguati sia allo scopo di realizzare opere nei tempi e con costi certi, ma anche all’intento di garantire il rispetto della legalità, della sicurezza e della qualità del lavoro. Occorre subito dare risposte certe ed immediate agli 800 lavoratori, operai, impiegati e tecnici, o con la ripresa dei lavori nel pieno rispetto di sicurezza e legalità o con idonei ammortizzatori sociali”. “Cosa vuole fare, a questo punto – chiede Schiavella – il governo Renzi? Fino ad oggi la riforma della legge sugli appalti non è stata nell’agenda delle sue priorità. Questa vicenda conferma quanto diciamo da anni: oltre alle responsabilità e colpe dei singoli, che risponderanno delle loro azioni illecite alla magistratura, cui va la nostra riconoscenza per l’impegno inesauribile nella lotta all’illegalità e al malaffare, esistono evidenti e gravi responsabilità dei governi. Innanzitutto per aver scritto regole che di fatto hanno favorito un sistema di appalti delle opere pubbliche permeabile al malaffare, e poi per non aver cambiato quelle stesse regole, una volta chiaro il loro fallimento”.