“L’università calabrese ha una straordinaria importanza e non l’ho scelta per caso come primo posto per cominciare un percorso di viaggio e di ascolto del mondo universitario italiano”. Lo ha affermato il sottosegretario all’Università, Giuseppe De Cristofaro, a margine di un’iniziativa all’Università Magna Graecia di Catanzaro. “L’ho scelta consapevolmente – ha aggiunto De Cristofaro – da una parte perché non mi sfuggono le criticità ma dall’altra perché non mi sfugge nemmeno che questo è un luogo di eccellenza vero. Ed è un luogo di eccellenza che conserva anche una sua peculiarità, molto importante: qui, più che altrove, si vede la possibilità che uno studente che provenga da un contesto sociale più disagiato possa accedere ai più alti livelli dell’istruzione. Questo è il senso stesso del mio mandato, la cosa più importante in assoluto: quella di ripristinare quell’ascensore sociale che negli ultimi anni si è interrotto”.
“Dai numeri – ha poi rilevato il sottosegretario all’Università – si dimostra che esiste un pezzo di popolazione meridionale e calabrese che, pur provenendo da una condizione difficile, riesce a stare in un percorso formativo, e noi dobbiamo sostenerla fino in fondo”. De Cristofaro si è soffermato anche sul fenomeno della “fuga dei cervelli” dal Sud soprattutto dalla Calabria, osservando che “non si risolve semplicemente investendo sull’università, ovviamente va fatto anche questo ma va fatto un ragionamento più complessivo, che riguarda lo sviluppo delle imprese, un circuito virtuoso tra università, impresa, mercato del lavoro, ricerca. Non si risolve nemmeno dalla sera al mattino, ma è un percorso lungo. Ma anche su questo – ha sostenuto il sottosegretario – io attribuisco grande attenzione a questa grande possibilità che abbiamo, il Recoveri Fund, è un’opportunità che non avremo più. Bisogna immaginare un intervento strutturale: non dobbiamo immagine il Recovery Fund come un intervento tampone, i tamponi li dobbiamo lasciare alla lotta al Covid, dobbiamo immaginare uno strumento strutturale, di fondo, di visione e se facciamo questo possiamo invertire questa tendenza che – ha concluso De Cristofaro – ha visto negli ultimi anni una grande sofferenza del Sud d’Italia”.
“Il sistema universitario è ripartito positivamente, ovviamente con una forma inedita, questa della didattica mista che però mi sembra stia dando comunque qualche risposta positiva”. Così il sottosegretario all’Università, Giuseppe De Cristofaro, parlando con i giornalisti a margine di un’iniziativa all’Università Magna Graecia di Catanzaro. “Naturalmente – ha aggiunto De Cristofaro – la nostra volontà è portare quanto più possibile in presenza gli studenti, sappiamo di doverlo fare comunque in condizioni di sicurezza, da garantire a tutto e a tutti, e quindi le università si stanno attrezzando nella migliore maniera possibile. Purtroppo, come sappiamo, la lotta alla pandemia non è vinta, la ripresa dei contagi ci dà naturalmente qualche preoccupazione. Dobbiamo naturalmente rispondere alla pandemia sul piano sanitario, mentre dall’altra parte dovremo cercare di trasformare la crisi in opportunità”.
“Chiaramente – ha rilevato il sottosegretario all’Università – la pandemia ha sollevato alcuni elementi di criticità, che comunque già c’erano ma oggi sono emersi con più forza. Probabilmente, però, ha anche trasmesso al Paese un nuovo modo di guardare ai temi grandi dell’università, della ricerca, della scuola, è come se oggi tutti ci rendessimo conto di quanto siano importanti, di quanto alla fine siano il vero pilastro democratico e la vera grande infrastrutture sociale del Paese e questo dev’essere uno stimolo per ripartire e anche per avere più risorse destinate al mondo della scuola e dell’università e della formazione in generale”. De Cristofaro ha poi evidenziato: “Abbiamo questa grande partita, che immaginiamo decisiva per i prossimi mesi, il Recovery Fund. Lì si gioca una partita molto importante, soprattutto per il Sud, anche per cercare di invertire una tendenza abbastanza evidente in questi anni, nel senso che sono cresciuti gli elementi di diseguaglianza negli ultimi 10 anni in Italia, c’è una sperequazione più forte di prima e ritengo – ha riferito il sottosegretario all’Università che su questo si dovrà intervenire molto seriamente”.