La corte di appello di Genova ha confermato la confisca di beni mobili e immobili per circa 10 milioni di euro a Bombina Abossida e agli eredi di Santo Abossida, ucciso nel 2012 nel crotonese. L’uomo era ritenuto vicino alla cosca Farao-Marincola di Cirò Marina. Il provvedimento, che era stato disposto dal tribunale di La Spezia e dalla Dda genovese, era nato dall’indagine su un traffico di cocaina dal Sudamerica verso l’Italia attraverso il porto di Spezia. L’inchiesta dei carabinieri della Spezia aveva consentito di identificare 11 persone tra promotori, gli organizzatori e i partecipanti dell’associazione.
La droga, acquistata da fornitori colombiani, veniva trasportata via mare in Italia, stoccata in un magazzino alla Spezia in quantità vicina quasi sempre alla tonnellata e successivamente commercializzata nel centro-Nord Italia attraverso una collaudata rete distributiva. Era stato un pentito di ‘ndrangheta a svelare il traffico organizzato da esponenti della ‘ndrangheta e del cartello di Medellin. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, Santo Abossida aveva organizzato la spedizione di una partita di circa 800 chili di cocaina purissima attraverso uno skipper che l’aveva trasportata su un veliero. Nel 2012 l’uomo era stato ucciso in Calabria, mentre camminava tenendo in braccio il figlioletto. La droga era rimasta stoccata a La Spezia ed era stata la sorella di Santo, Bombina, a prendersene carico. Due anni fa gli investigatori avevano anche sequestrato in Svizzera, un ‘Bacco’ della scuola di Caravaggio, riconosciuto come tale da diversi esperti. L’opera d’arte era intestata a una società, la Sc Athena Classica che si occupa di beni artistici: una parte delle quote sono intestate a Bombina Abossida e Alicja Olszewska, rispettivamente sorella e moglie di Santo Abossida.