COSENZA. Un’operazione di Carabinieri e Guardia di finanza di Cosenza è in corso per l’esecuzione di un provvedimento di sequestro di beni, richiesto dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catanzaro, nei confronti di esponenti di vertice della cosca “Serpa” di Paola. Tra i beni sequestrati le società con le quali i Serpa si accaparravano appalti pubblici anche per conto dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Sono riconducibili, direttamente o indirettamente, a Nella Serpa, la donna ritenuta la reggente dell’omonima cosca operante a Paola e attualmente detenuta, i beni per un valore di 11 milioni di euro sequestrati dai carabinieri e dalla guardia di finanza di Cosenza nel corso dell’operazione condotta stamani e denominata “Tramonto”. Le indagini patrimoniali, coordinate dal procuratore della Dda di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo e dal pm Pierpaolo Bruni, hanno evidenziato la rilevante sperequazione esistente tra i bassissimi redditi dichiarati ed il considerevole incremento patrimoniale registrato nell’ultimo ventennio nei confronti di Nella Serpa e del suo nucleo familiare. La donna è attualmente in carcere dopo essere stata arrestata nell’ambito dell’operazione “Tela di ragno” condotta dai carabinieri di Cosenza sotto la direzione dalla Dda catanzarese per associazione mafiosa, tentato omicidio, detenzione e porto illegale in luogo pubblico di armi da fuoco, omicidio, furto ed estorsione in concorso. La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Cosenza ha emesso i provvedimenti di sequestro sulla base delle indagini economiche condotte dalle Fiamme gialle e dai carabinieri. Tra i beni sottoposti a sequestro, oltre ad una ditta che si occupa di installazione di impianti idraulici che negli anni è riuscita ad ottenere appalti pubblici, anche dall’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, figurano 15 tra magazzini di metrature considerevoli e appartamenti, cinque attività commerciali – tra cui un bar, due importanti strutture alberghiere e un frequentatissimo lido balneare situati a Paola – 11 tra automobili e motoveicoli, nonché diverse decine di rapporti bancari. La collaborazione tra carabinieri e guardia di finanza, sotto la direzione della Dda di Catanzaro – hanno rilevato gli investigatori – ha consentito di aggredire il sodalizio criminale a 360 gradi, sia con indagini finalizzate a neutralizzare i singoli soggetti, sia con approfonditi accertamenti mirati a ricostruire l’intero patrimonio accumulato con la perpetrazione di illeciti. “La sottrazione di tali ingenti ricchezze – hanno sostenuto gli investigatori – priva la ‘ndrina di preziosa linfa vitale per la sussistenza ed il prosieguo delle attività criminose. Da qui il nome dell’operazione Tramonto”.