Gli appalti per le opere pubbliche da realizzare nella città di Reggio Calabria finivano per foraggiare il clan De Stefano. Chiunque ottenesse lavori da parte delle amministrazioni doveva pagare il pizzo al potente clan del quartiere Archi. E’ quanto emerge dall’operazione “Corso nuovo” della squadra mobile reggina che stamane ha eseguito cinque arresti disposti dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, a carico di altrettante persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa e di estorsione e tentata estorsione in concorso, aggravate dalla circostanza del metodo e dell’agevolazione mafiosa.
Gli arrestati sono: Paolo Rosario De Stefano di 45 anni, già detenuto (accusato di estorsione e tentata estorsione in concorso, con l’aggravante del metodo e dell’agevolazione mafiosa); Paolo Caponera di 42 anni, attualmente detenuto (accusato di estorsione in concorso, con l’aggravante del metodo e dell’agevolazione mafiosa); Andrea Giungo, di 49 anni (accusato di associazione mafiosa, estorsione e tentata estorsione in concorso, con l’aggravante del metodo e dell’agevolazione mafiosa); Domenico Morabito, di 44 anni (accusato di associazione mafiosa ed estorsione in concorso, con l’aggravante del metodo e dell’agevolazione mafiosa); Domenico Musolino, di 45 anni (accusato di estorsione in concorso, con l’aggravante del metodo e dell’agevolazione mafiosa).
L’inchiesta della Dda ha fatto luce su due vicende estorsive che sarebbero state poste in essere da affiliati e soggetti contigui alla cosca De Stefano ai danni dell’imprenditore Francesco Siclari e di un suo consociato in A.T.I. di altra provincia calabrese, aggiudicatari degli appalti pubblici per il rifacimento del Corso Garibaldi e, solo il primo, di Piazza Duomo della città di Reggio Calabria. Le indagini, suffragate dalle dichiarazioni delle vittime e del collaboratore di Giustizia Maurizio De Carlo, offrono una ulteriore riprova dell’esistenza di un sistema estorsivo ai danni degli imprenditori reggini.
L’estorsione per il rifacimento del Corso Garibaldi, il salotto buono della città, era pari al 2% dell’intero importo dei lavori, per un totale di 80 mila euro da corrispondere da Siclari nella misura del 20% e del suo socio nella misura dell’80%. Il pizzo veniva pagato sulla base dello stato di avanzamento lavori, quando il committente, ovvero il Comune di Reggio Calabria, pagava le quote alle ditte aggiudicatarie. Paolo Rosario De Stefano (già Caponera) è figlio naturale del defunto Giorgio De Stefano classe 1941 (fratello del defunto boss Paolo De Stefano classe 1943). Nel 2009 è stato condannato a 8 anni di reclusione per associazione mafiosa. Nel 2005 era riuscito a sottrarsi all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa (nell’ambito dell’operazione “Number One” contro la cosca De Stefano) per associazione mafiosa, tentata estorsione e rapina e venne catturato in stato di latitanza dalla squadra mobile il 18 agosto 2009 a Sant’Alessio Siculo (ME).