Il progetto “Find to liberty” nasce sulla scia di una precedente opera artistica, intitolata “End of dreams”, la quale è stata creata dall’artista danese Nikolaj Bendix Skyum Larsen e successivamente installata, nel mese di giugno 2014, nelle acque interne al porto di Pizzo Calabro. Le opere in questione, appese ad una piattaforma galleggiante ed immerse nel mare, rappresentevano i cadaveri fluttuanti dispersi a seguito dei naufragi avvenuti nel Canale di Sicilia. Destino volle che pochi mesi dopo l’installazione di tale opera nei porti calabresi di Corigliano, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia Marina avvenissero i primi trasbordi di migranti miracolosamente recuperati in mare e quindi tratti in salvo dai soccorritori. Nasce allora il “carpe diem” che non si può lasciar sfuggire: testimonianza verace di ciò che accadde e che merita, senza dubbio alcuno, di essere fotografato ed impresso per sempre tramite la macchina fotografica. Attualità che un giorno diverrà storia e che, grazie agli scatti fotografici, servirà dunque alle future generazioni per comprendere, o almeno cercare di farlo, ciò che oggi forse la maggior parte dei calabresi non ha ancora percepito. Poiché, i fatti che si stanno vivendo come eccezionalità, altro non sono che il normale flusso migratorio navale, o marittimo che dir si voglia, sempre avutosi a partire dall’epoca dello schiavismo nel XVI sec., per poi passare alle migrazioni con gli antichi bastimenti verso le Americhe nel XIX sec., fino ad arrivare ai nostri giorni con le attuali migrazioni dall’Africa e dall’ Asia verso l’Europa. Gli italiani, come popolo purtroppo, sembrano esser di memoria corta o del tutto assente, in quanto da fonti ufficiali, il primo paese al mondo per numero di migranti nella storia moderna è proprio il Belpaese con ben 40 milioni di connazionali partiti dalle nostre coste in cerca di fortuna. Fenomeno che, scrutando tra le fonti di intelligence, pare tra l’altro esser solo la punta di un iceberg di dimensioni impressionanti; i numeri infatti, che giungono appunto da tali fonti, parlano di circa 2 milioni di profughi subsahariani pronti a prendere la via dell’Europa a qualsiasi costo pur di sfuggire ad un’ esistenza di guerre, fame e malattie. Ritornando però alla fotografia, sociale ed artistica allo stesso tempo, come mezzo di comunicazione unico ed inimitabile nel suo genere, essa deve essere capace di immortalare per sempre uno sguardo disperato, commosso, felice o di speranza. Arrivando dunque, come fine ultimo e di eccezionale valenza, alla riflessione che essa deve a tutti i costi cercare di suscitare nelle persone in generale, ma nei giovani in particolare, poiché volente o nolente, essi si troveranno in un futuro più che mai prossimo ad affrontare, e di seguito convivere, con esseri umani di tutt’ altra provenienza per cultura, lingua, abitudini e principalmente religione; religione che la nostra società occidentale e capitalista, soprattutto alla luce degli ultimi drammatici eventi terroristici che sta vivendo il vecchio continente, non può in alcun modo permettersi il lusso di diventare un fattore di scontro correndo il rischio di una mancata integrazione sociale e etica di queste persone. Tutto questo deve essere attuato con fermezza, ma non da un solo soggetto sociale, in quanto ciò sarebbe impossibile, bensì da tutti i soggetti sociali contemporaneamente: famiglia, scuola, Chiesa, politica e terzo settore. Ecco allora spiegata la scelta di proporre la mostra fotografica “Find to liberty”, all’interno del circuito scolastico e formativo, poiché, a nostro avviso, anello principale di congiunzione tra la sfera privata ed il settore pubblico vero e proprio; vale sempre l’antico detto: “un buon insegnante, maestro di vita”. Una prima fase dunque, dovrebbe essere dedicata alla mostra fotografica vera e propria (50 scatti fotografici da esporre) all’interno dei plessi scolastici della regione Calabria. In una seconda fase, invece, si potrebbe programmare un convegno ad hoc dedicato appositamente al tema sulla storia delle migrazioni di esseri umani e, nell’attualità, di alcune possibili soluzioni una volta queste persone siano arrivate in Europa ed in Calabria nello specifico.