MILANO. Rapinavano gli autisti dei tir per impadronirsi del loro carico: dalle scatolette di tonno Rio Mare ai profumi Ferragamo e ai giubbotti Moncler. La banda, attiva fino a maggio tra Monza, Bergamo e Lodi, è stata sgominata dal nucleo investigativo dei carabinieri di Monza, guidati dal tenente colonnello Giuliano Gerbo. Alle sei ordinanze di custodia cautelare di cui era stata data notizia in mattinata se ne è aggiunta nel primo pomeriggio una settima. I componenti del gruppo sono sei calabresi e un bergamasco, Fulvio Cilisto, 43 anni, nato a Vibo Valentia e residente a Brescia. Cilisto era il presunto fulcro dell’organizzazione, pluripregiudicato per rapine a mezzi pesanti. La sua “specialità” era quella di agire sui tir che possiedono un sistema antifurto gps. Con un disturbatore d’onda riusciva a deviare eventuali soccorsi per il tempo necessario alle rapine. Cilisto si occupava anche di selezionare i carichi da asportare, scegliere i nascondigli per la merce e per gli “attrezzi del mestiere” e avviare i contatti con i rivenditori al dettaglio. Ai componenti della banda si contestano a vario titolo i reati di furto aggravato, porto abusivo di armi, rapina aggravata, sequestro di persona e ricettazione. Quattro gli episodi attribuiti a sei membri della banda, uno soltanto al settimo. La prima rapina è avvenuta il 17 gennaio a Paderno Dugnano (Milano), quando un camionista è stato costretto ad accucciarsi sotto il vano guida del suo mezzo, dal quale veniva sganciata la motrice e asportato il carico di lattine di tonno. Il secondo episodio è un tentativo di rapina l’8 maggio a Dovera (Lodi), interrotto dagli stessi autori perché al volante c’era una donna. La terza rapina è avvenuta quattro giorni dopo a Lodi, quando la banda ha intercettato un carico di profumi Ferragamo del valore di 230mila euro. L’ultimo episodio è avvenuto sempre nello stesso mese, il 29, con un carico di giubbotti Moncler del valore complessivo di 800mila euro. Il valore totale delle rapine supera il milione di euro. Proprio dal ritrovamento lo scorso aprile del mezzo e dei giubbotti neri impiegati dai rapinatori in un capannone di Paderno si è avviata l’indagine, dal nome in codice “Scania”. Il 16 giugno è stata intercettata una telefonata che stabiliva l’incontro con alcuni commercianti campani per lo smercio dei giubbotti. L’intervento dei militari ha permesso di fermare sei componenti e i commercianti, che non sono stati arrestati in attesa di ulteriori sviluppi.