Si è aperta, con successo di pubblico e di critica la mostra personale dell’artista calabrese Lucia Rotundo nello spazio dello storico Museo Civico di Taverna. La mostra promossa ed organizzata nell’ambito delle iniziative per l’anno Internazionale della luce dal Civico Museo e dal comune di Taverna.
Una selezione di circa 40 opere tra di segni e sculture, opere realizzate dall’artista tra il 2013-2015 sul tema “Abitare la natura”. La mostra curata da noto storico e critico dell’arte Luigi Paolo Finizio e dal Direttore del Civico Museo Prof. Giuseppe Valentino si avvale dei contributi critici e di storici di importanza nazionale da Miriam Cristaldi ad Antonio Basile, da Gianluca Covelli ad Alice Iorfrida. Le circa 40 opere ESPOSTE nello splendido Spasio dell’antico refettorio del Complesso monumentale di San Domenico hanno stigmatizzato un fascinoso percorso da opera ad opera evidenziando, attraverso la materia cristallina, gli aspetti sensibili e di grande fascino facendo percepire al folto pubblico presente un’armonia fluttuante di preziosi riferimenti naturalistici ed antropologici dove la mater terra campeggiava a pieno titolo ovvero la sacralità di una terra sofferta ma al tempo stesso rigogliosa dove la luce, il bianco candore di inserti naturalistici ed artificiali racchiudono l’anima ed il corpo di uno “sguardo“ sensibile, elegante come hanno affermato i critici – docenti – curatori. L’artista Lucia Rotundo suscita con le sue opere l’attenzione critica, un pubblico eterogeneo ( giovani creativi, docenti ed operatori culturali che hanno espresso sul lavoro dell’artista consensi tra gioia, entusiasmo e non solo, la rivisitazione evidente e rigorosa di una creatività mediterranea che l’artista ha saputo ben proporre nella Sua attenta ricerca tra materia e immaterialità. Consensi dell’amministrazione, dal Sindaco al consigliere comunale delegato alla cultura, al comitato scientifico del museo.
Per l’occasione è stato presentato un’importante pubblicazione realizzata per l’edizione Favia di Bari, contenenti testi istituzionali e critici, apparato iconografico e nota bio-bibliografica sul lavoro artistico esposto dall’artista in oltre quindici anni di assiduo e fecondo lavoro di ricerca artistica con il linguaggio della scultura.