REGGIO CALABRIA. “E’ urgente togliere le sanzioni che sono anche illecite”. A dirlo è Sergey Razov, l’ambasciatore russo in Italia, intervenuto a Reggio Calabria ad un confronto sulle sinergie internazionali tra Italia e Russia per favorire la crescita economica dei territori. L’incontro è stato organizzato dal General Invest Group e ha partecipato anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Marco Minniti. “Capiamo che l’Italia, come membro della Nato sia costretta a rispettare gli obblighi del Patto – ha detto Razov – , ma sappiamo anche che l’Italia è un partner importante per la Russia, così come la l’Italia reputa che senza la Russia non si si può andare avanti. Abbiamo apprezzato i contributi italiani, basati su mezzi pacifici, per risolvere la crisi ucraina. E l’Italia è tra le nazioni che nell’ambito della cooperazione economica ha chiesto l’eliminazione delle sanzioni imposte alla Federazione russa”. Nell’elencare i “molti incontri al vertice” svoltisi tra Italia e Russia, Razov ha detto di riporre grande fiducia nel futuro “nonostante – ha spiegato – le vicende economiche che hanno determinato una riduzione molto drastica degli scambi commerciali, crollati, dai 54 mld di dollari del 2013, ai 32 mld del 2015. E questo per tre motivi determinanti: la caduta dei prezzi mondiali degli idrocarburi, con il conseguente calo delle esportazioni russe in Italia, la doppia svalutazione della valuta russa e le misure decise dalla Federazione russa come risposta alle sanzioni europee, che hanno colpito soprattutto il settore agricolo”. L’ambasciatore russo ha anche indicato delle vie d’uscita, soprattutto nel settore agricolo, “in cui molti prodotti non sono sanzionati ed oggi ancora più richiesti con la crisi e la conseguenti sanzioni introdotte con la Turchia. C’è da colmare questo vuoto”. Parlando del turismo, Razov ha confermato che “l’Italia è una meta tradizionale dei turisti russi, 750-800mila ogni anno, che tornano pieni di ricordi per la cucina, le bellezze paesaggistiche e culturali del vostro Paese. Un dato che però, lo scorso anno, ha registrato un calo del 30-35%. Non è una tragedia – ha commentato Razov – ma una realtà seria che bisogna risolvere. La chiusura dell’Egitto, apre nuove occasioni per il business italiano, ma servono infrastrutture, un interessante rapporto qualità-prezzo e costi aerei contenuti”.