COSENZA-MESSINA 3-1/ I lupi battono i siciliani, ma il pomeriggio è segnato dalla morte di un tifoso rossoblù
Vince il Cosenza sul campo contro il Messina del nuovo tecnico Lello Di Napoli (dopo la squalifica di Arturo Di Napoli) ma è un successo triste perché il pensiero di tutti va allo sfortunato 75enne tifoso rossoblù deceduto sugli spalti per infarto. Non sono bastati soccorsi ed interventi dell’equipe della Croce Rossa, l’anziano tifoso si è spento pochi minuti prima dell’inizio delle ostilità. Nel momento in cui la notizia si è diffusa, le due tifoserie tolgono striscioni e bandiere e decidono di seguire in silenzio la sfida.
Finisce 3 a 1 per i Lupi, quindi, che si rilanciano alla grande e restano a ridosso della zona playoff, a meno uno dal Lecce, a meno due dal Benevento ed a meno tre dalla Casertana. Una vittoria preziosissima, quindi, che fa classifica ed anche morale in vista del derby con il Catanzaro in programma domenica prossima allo stadio San Vito-Marulla. Gara segnata dall’espulsione istantanea del messinese Martinelli al 7’. Peloritani in 10 e gara altamente in salita per loro.
Arrigoni sblocca il match al 14’ con un destro fendente che taglia la difesa messinese e s’infila in rete.
Al 28’ i siciliani ribattono. Cross dalla sinistra e colpo di testa preciso del difensore Birzigotti nell’angolo, Perina parte in colpevole ritardo, 1 a 1.
Lupi spietati nella ripresa. Al 61’ Blondett di testa sigla il 2 a 1.
7’ dopo tocca a La Mantia castigare il portiere ospite schiacciando di testa un suggerimento proveniente dalla sinistra. Un gol analogo a quello precedente di Blondett. La Mantia fissa il punteggio sul 3 a 1 che sarà quello definitivo.
Il Cosenza sale e si rafforza in classifica mentre il Messina si rassegna definitivamente ad un prosieguo di stagione di medio profilo puntando ad un torneo onorevole e dignitoso.
Manuel Soluri
CATANZARO-AKRAGAS 0-1/ Il pubblico deluso per la sconfitta della squadra e per l’operato della società
Una sconfitta tanto immeritata quanto pesante per il Catanzaro di mister Erra che si arrende nella ripresa ad un’Akragas cinica giunta alla terza vittoria consecutiva sotto la gestione Pino Rigoli. Ed è un ko con notevoli ripercussioni in quanto fa ripiombare di fatto la squadra giallorossa nella zona mediobassa della graduatoria. Non meritava di perdere la squadra calabrese ma l’Akragas è riuscita a quantomeno a sfruttare una delle occasioni da rete costruite, cosa che è invece mancata al Catanzaro. Forte la delusione del pubblico locale che a fine gara inveisce ed accusa la società del presidente Giuseppe Cosentino e del dg Carmine Donnarumma di non aver completato nel calciomercato una rosa che necessitava palesemente di rinforzi soprattutto nel reparto avanzato dove oltre a Razzitti non ci sono punte di peso, dopo avere peraltro perso un uomo d’esperienza come Taddei. E cosi Erra, una volta sotto di un gol, nel tentativo di giungere al pareggio, non ha potuto far altro che spedire in campo under che poco hanno inciso.
Nel primo tempo la sfida è equilibrata. Il Catanzaro spinge molto creando buone pallegol ma anche l’Akragas è minaccioso con il duo Di Piazza-Madonia, quest’ultimo ex col dente avvelenato. Son proprio loro due a divorarsi grosse occasioni con il portiere Grandi protagonista di un miracolo su Di Piazza. Sull’altro fronte il difensore calabrese Patti manda fuori di poco. Nella ripresa Catanzaro superiore nettamente nel possesso palla e nella manovra. Sfiora la rete con Mancuso di testa su ottimo invito di Agodirin, poi va in rete con Razzitti ma l’arbitro sbandiera un fuorigioco. Poi ancora il bomber protagonista ma l’ex Vono vince il duello deviando sulla traversa.
Dopo questo spreco dei padroni di casa, a sorpresa colpisce l’Akragas. Ripartenza di Di Piazza che innesca Di Grazia, il suo tiro è imparabile per Grandi in uscita, 1 a zero.
Reazione rabbiosa ma disordinata del Catanzaro con Vono che rischia poco.
Alla fine si sentono i fischi del pubblico deluso per la pochezza offensiva della squadra di casa e per l’immobilismo della società durante il mercato invernale. Quel regalo in cui mister Erra sperava da parte del presidente Cosentino e del direttore generale Donnarumma non è arrivato. L’allenatore dovrà fare le nozze con i fichi secchi fino a fine stagione e cercare di ottenere la salvezza con la rosa a disposizione.
L.B.
VIGOR LAMEZIA – REGGIO CALABRIA 1-1
Finisce in pareggio il derby calabrese tra Vigor Lamezia ed Asd Reggio Calabria giocato allo stadio Guido D’Ippolito valevole per la 25sima giornata in Serie D. La squadra di Cozza, dopo aver dato addio domenica scorsa ai sogni di promozione diretta, rallenta ancora in casa di un Lamezia mai domo nonostante i problemi societari e le massicce penalizzazioni che si stanno abbattendo sulla sua testa. Ed alla fine della gara è proprio la Vigor a dover imprecare per i due punti persi e per le buone occasioni non sfruttate soprattutto nel secondo tempo.
Il primo tempo è godibile con molti capovolgimenti. Reggio seguito al D’Ippolito da duecento supporters che cantano dall’inizio alla fine. La pressione vigorina viene concretizzata al 34’ dal colpo di testa sotto misura di Spanò che fredda Licastro, preferito a Ventrella. Ma la formazione amaranto non si arrende e pareggia i conti in chiusura di tempo con il capitano Lavrendi.
Nella ripresa il Reggio non si accende quasi mai e denota tutti i suoi noti limiti di questa stagione tribolata. Il Lamezia è più caparbio e deciso, sfiora la rete tre volte con Fioretti, Priorelli e Spanò e coglie anche un palo. Ma la porta amaranto resiste.
Attimi di tensione nel finale. Una mischia furibonda a centrocampo si risolve con un duello fisico Mangararo-De Bode, poi arrivano in tanti ed entrano in campo anche le due panchine. De Santis di Lecce spedisce fuori Manganaro e Zampaglione, che sembrava assolutamente estraneo alla brutta vicenda. Le due squadre restano in 10 ed i colpi proibiti sembrano continuare anche nel tunnel che porta agli spogliatoi. Nel Reggio Cozza arruola gli over Foderaro e Roselli che non graffiano. Anzi lo stesso Roselli rimedia il rosso per doppio giallo e lascia i suoi in 9. Finisce 1 a 1 e la tensione e le polemiche dal campo si spostano negli spogliatoi del Guido D’Ippolito.
Manuel Soluri