CATANZARO. “Permane una condizione sociale di grande difficoltà e sofferenza in Calabria e per questi motivi continuiamo a sollecitare una forte accelerazione alla politica e alle istituzioni”. Lo ha detto Paolo Tramonti, segretario generale della Cisl calabrese, durante il Comitato esecutivo del sindacato. “La recente ripresa del confronto con il Governo regionale – ha aggiunto – deve entrare rapidamente nel vivo sui temi di interesse prioritario: riforme istituzionali e riordino enti regionali, assetto del territorio e difesa del suolo, ciclo integrato delle acque e dei rifiuti, lavoro, politiche attive e inclusione sociale, infrastrutture e trasporti. In particolare sulle infrastrutture proponiamo la costituzione di un osservatorio permanente per il monitoraggio degli investimenti in Regione con la partecipazione delle parti sociali, con funzioni di controllo sullo stato di avanzamento delle opere e di accelerazione della spesa”. “Rispetto a queste tematiche – ha proseguito Tramonti – il Patto per la Calabria, sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil e Unindustria Calabria, è ancora più attuale, soprattutto nell’attuale fase di avvio operativo della programmazione regionale ed è pertanto auspicabile che venga allargato a tutto il partenariato economico e sociale della nostra Regione per un nuovo Patto per l’economia, lo sviluppo, il lavoro e la legalità in Calabria”. Nella sua relazione il segretario generale della Cisl calabrese ha illustrato i principali temi del momento condividendo l’impostazione della confederazione nazionale che ritiene fondamentale aprire un confronto con il Governo sui temi della produttività, sviluppo e salari. Il Comitato esecutivo ha fatto inoltre il punto sull’attività dei servizi fiscali che sarà ulteriormente implementata e migliorata. “Tutto ciò – è detto in un comunicato – nonostante gli inaccettabili e inspiegabili tagli operati in questi ultimi anni dal Governo, in particolare con l’ultima legge di stabilità. Per quanto riguarda i Caf, il fondo 2016-2018 è stato ridotto del 30%. I patronati, che già nel 2015 avevano subito una decurtazione di 35 milioni di euro, quest’anno sono stati penalizzati con altri 15 milioni in meno sul relativo fondo.