COSENZA. A una settimana dalla scadenza del termine delle candidature per la carica di sindaco, è tutto da rifare, a Cosenza, per il Pd. La controversa candidatura di Lucio Presta, manager dei “Vip”, oggi è venuta meno. C’è chi dice inaspettatamente, c’è chi assicura fosse nell’aria a causa di un serio problema personale del candidato, ma anche per le polemiche che avevano preceduto la sua discesa in campo. Un intoppo di rilevanza notevole, perché Cosenza è il quartier generale del governatore della Calabria, Mario Oliverio, e del gruppo dirigente regionale del partito. Ernesto Magorno, segretario regionale dei democratici, fra i principali sponsor della candidatura, annuncia che a breve si conoscerà il nuovo leader della “Coalizione Civica” che sosteneva Presta, il cui nome fece la sua comparsa nel panorama della politica cosentina nel novembre del 2012. Si definiva un “mercante di stelle”, che, dopo aver preso la valigia ed essere andato via da Cosenza, all’età di 11 anni, era arrivato ad essere un “manager dei vip” di successo. Nel suo carnet personaggi come Benigni, Celentano, Bonolis, Clerici. Presentò il suo movimento, “Amo Cosenza”, che sarebbe poi diventato noto in città grazie alla presenza dei divi che Presta ha portato nel teatro dell’Acquario, sede di diversi incontri “formativi” a vantaggio di tanti giovani aspiranti artisti. “Io voglio fare il sindaco di questa città – disse Presta – perché vorrei rendere quello che ho avuto in dono”. Gli incontri politici si moltiplicarono, nei mesi successivi, fino a quando ufficializzò, in una conferenza stampa, la sua intenzione di candidarsi a sindaco. Era l’ottobre del 2015. Poi chiarì che avrebbe accettato di farsi sostenere da chiunque. Da destra o da sinistra. Da destra non rispose nessuno. Anche perché Presta non perdeva occasione per ricordare la sua grande amicizia con il premier Renzi. Il centrosinistra invece cominciò a tessere rapporti. Tanto che il leader dell’opposizione al Comune di Cosenza, Enzo Paolini, iniziò a chiedere, con insistenza, che si facessero le primarie per decidere chi fosse il candidato a sindaco della coalizione. Ma tutto il gruppo del PD, compatto, remò in un’altra direzione. E Cosenza è l’unica città d’Italia in cui le primarie, il PD, non le ha fatte. La scelta, qualcuno dice molto “romana”, cadde proprio su Presta, che rappresentava il volto nuovo su cui puntare per conquistare il municipio bruzio. Il 6 febbraio scorso 17 consiglieri comunali sfiduciarono il sindaco Mario Occhiuto, sostenuto dal centrodestra. Presta sembrava, a quel punto, il favorito alla successione, nonostante le lagnanze di Paolini, che continuava a chiedere le primarie di coalizione, anche con diverse uscite di manifesti. Il Pd, però, restò sordo. Tanto che Paolini annunciò la sua candidatura autonoma. All’inizio solitaria, poi appoggiata anche dall’Ncd dei fratelli Antonio, sottosegretario in carica, e Pino Gentile, vice presidente del Consiglio regionale. Ora arriva, per ragioni personali, la rinuncia di Presta. E tra una settimana si devono presentare le liste. “Avevamo ragione noi” dice Antonio Gentile, che per aver appoggiato Paolini è stato invitato a dimettersi dall’incarico di sottosegretario dai parlamentari democratici. Il Pd, a questo punto, ha poco tempo per scegliere un nuovo candidato, che avrà la strada tutta in salita, visto che i principali competitor, Occhiuto e Paolini, già da tempo marciano sicuri nelle loro campagne elettorali. Sulla competizione elettorale pesa anche il rischio di “inquinamento” del voto. Numerosi gli appelli alla commissione antimafia affinché valuti le liste e individui eventuali presenze e nomi “improponibili”.