LAMEZIA TERME. Si mobilitano i lavoratori dell’Ara (Associazione regionale allevatori) che giorno 22 settembre alle ore 9.30 attueranno uno sciopero ad oltranza, con presidio davanti alla sede dell’associazione a Lamezia Terme. Lo rende noto Bruno Costa, Segretario della Flai-Cgil regionale. I lavoratori, da diversi mesi, non percepiscono lo stipendio. Sulla vicenda ha diffuso una dichiarazione Giuseppe Mangone, presidente regionale dell’Anpa l’associazione dei liberi agricoltori “Apprendo – dice Mangone – che da lunedì prossimo i dipendenti dell’Ara (Associazione Regionale Allevatori) inizieranno una sacrosanta battaglia in difesa dei loro legittimi diritti. A tutti loro, che da ben 19 mesi, tra l’altro, non ricevono lo stipendio, personalmente e a nome dell’Anpa (Associazione Nazionale Produttori Agricoli) e della Confederazione Italiana Liberi agricoltori della Calabria, esprimo piena solidarietà. Alcuni anni fa – spiega – ho direttamente partecipato alla elaborazione di un progetto di riforma dell’ARA che, se attuato come si doveva, avrebbe determinato un forte miglioramento dell’efficienza del funzionamento dell’associazione e una drastica riduzione dei costi. Oggi, purtroppo, – aggiunge – si può registrare solo il totale fallimento di quegli obiettivi e che, conseguentemente, l’ARA versa in una condizione gravissima dal punto di vista organizzativo e finanziario. Questa condizione determina conseguenze negative per i dipendenti e per tutti gli allevatori ai quali non vengono erogati servizi di assistenza di qualità come sarebbe necessario. Le organizzazioni agricole Cia, Coldiretti e Confagricoltura – continua Mangone – che, negli ultimi anni hanno inseguito e difeso interessi di parte, sviluppando tra loro una conflittualità feroce per l’accaparramento del potere gestionale, oggi portano la responsabilità della cattiva gestione dell’Ara, malgrado le ingenti risorse assegnate dalla regione. A tutti gli allevatori aderenti all’Anpa – dichiara – – chiedo di comprendere le ragioni dei dipendenti dell’Ara e di farsi carico delle conseguenze che il blocco delle loro attività determinerà per le loro aziende. Al prossimo rinnovo degli organi, sperando che l’Ara nel frattempo non venga portata al definitivo fallimento, sarebbe utile che gli allevatori tutti si organizzassero per assumere in maniera più diretta la gestione dell’associazione – conclude – , mandando a casa un notabilato che ormai, da tempo, non fa più gli interessi della zootecnia calabrese”.
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