Mentre in queste settimane sembra sbloccarsi la questione della gestione degli aeroporti calabresi, emergono dati che confermano la cruciale importanza del settore low cost per il traffico aereo e il turismo nella regione.
L’Italia è il terzo paese europeo, dopo Spagna e Francia, in quanto a numero di destinazioni delle principali compagnie low cost. Un posto sul podio che è certamente decisivo in tempi di turismo mordi e fuggi e di viaggiatori che vogliono muoversi tanto senza spendere troppo. Le compagnie low cost europee (Easyjet, Ryanair, Vueling, Norwegian, Wizzair, Iberia Express e altre compagnie locali o minori), volano su ben 164 destinazioni italiane. Tra questi aeroporti italiani spiccano scali come Treviso, Trapani e Milano Bergamo, in cui oltre il 90% del traffico aereo è costituito da percorsi low cost (per Treviso, addirittura, si tratta del 99,7%).
E la Calabria? Nella classifica degli aeroporti con le percentuali più alte di voli low cost in Italia, alla 9’ posizione troviamo proprio lo scalo internazionale di Lamezia Terme. Secondo i dati dell’Enac per il 2015, su 2.332.126 di passeggeri, 1.544.520 di persone hanno viaggiato con una delle compagnie a basso costo presenti nell’aeroporto calabrese. Si tratta di una percentuale del 66,2%, distribuita tra 4 compagnie. I voli sono spesso nazionali e collegano lo scalo lametino con alcune delle più importanti città italiane, a partire dalla capitale Roma. E, proprio qui, sembrano emergere i primi problemi, con il recente annuncio di Ryanair di voler sospendere il volo da Lamezia a Roma Fiumicino. Si tratterebbe di un duro colpo per un aeroporto che era riuscito a crescere velocemente nell’ultimo decennio, affermandosi come uno dei più importanti dell’Italia meridionale.
Non solo, se Lamezia Terme è in difficoltà, non mancano certo i problemi per gli altri due scali calabresi: l’Aeroporto dello Stretto di Reggio Calabria e l’Aeroporto Sant’Anna di Crotone. A Crotone Ryanair si è fermata già in ottobre e lo scalo è bloccato, mentre Reggio Calabria sta subendo l’abbandono di Alitalia. Dietro al malfunzionamento dei sistemi aeroportuali calabresi ci sono mancanze ed errori noti quasi a tutti. Tuttavia, la recente sospensione del giudizio Tar sul bando Enac e l’affidamento temporaneo a Sacal della gestione degli aeroporti potrebbero dare nuovo ossigeno al traffico aereo nella regione. Si tratta, però, di uscire da una situazione difficile. Nel suo primo report del 2017, lo stesso Ente Nazionale per l’Aviazione Civile ha analizzato la condizione degli scali calabresi, sottolineando il mancato sfruttamento del grande potenziale offerto dalla presenza sul territorio di ben tre aeroporti e, anche, la scarsa efficienza dei sistemi di comunicazione a terra. Non si tratta, infatti, solo di risanare e rafforzare gli scali aeroportuali, ma anche di rendere molto più efficaci le strade e i collegamenti ferroviari che dovrebbero sostenere il traffico aereo nazionale e internazionale.