CATANZARO. “L’attenzione al territorio e all’ambiente ha un ruolo di primo piano nel mio programma di governo: dalla gestione dei rifiuti alla depurazione, dalla salvaguardia dal dissesto idrogeologico alla valorizzazione dei nostri Parchi nazionali, dal piano energetico alla gestione delle acque, alla sfida della green economy, al contrasto di ogni genere di illegalità”. E’ quanto afferma Wanda Ferro, candidata del centrodestra alla Presidenza della Regione Calabria, rispondendo alla lettera aperta inviata a tutti i candidati da Legambiente. “Sul tema dei rifiuti – continua – la Regione Calabria dovrà segnare una discontinuità totale con gli ultimi 20 anni di gestione, quasi interamente commissariale, partendo soprattutto dall’ascolto dei cittadini e delle loro proposte. Andranno innanzitutto sanate le tante ferite create sul territorio, a partire dalla discarica di Celico. Dovremo subito – dice Wanda Ferro – affrontare la grande emergenza che si porrà già nei mesi di dicembre e gennaio con un piano straordinario, anche in collaborazione con le altre regioni meridionali, per lo smaltimento dei rifiuti che l’attuale impiantistica non riesce a sopportare, in modo da impedire che le città vengano invase dei rifiuti. Le risorse disponibili dovranno essere utilizzate per fare funzionare bene gli impianti esistenti. La Regione dirà no a nuove discariche a meno che non siano a supporto degli impianti di trattamento della differenziata. Ritengo non possa esserci soluzione all’emergenza ambientale se non si punterà su una strategia ‘rifiuti zerò, con la riduzione a monte e il più ampio riciclo di rifiuti. Bisogna aiutare i comuni ad realizzare una efficace raccolta differenziata porta a porta, che faccia arrivare la percentuale al 65% nel giro di due anni al massimo, ma anche incentivare tutte quelle realtà imprenditoriali che possono trasformare i rifiuti in risorsa, creando sviluppo sostenibile ed occupazione sui territori”. “In merito al dissesto idrogeologico, – prosegue Wanda Ferro – all’interno della programmazione nazionale e comunitaria, vanno reperite le risorse per affrontare con decisione tutte quelle situazioni di pericolo incombente. Vanno combattuti l’abusivismo e il consumo dissennato del territorio. I cambiamenti climatici e la portata straordinaria delle piogge e delle mareggiate impongono una nuova cultura della Protezione Civile che non può essere lasciata in uno stato di improvvisazione e dilettantismo, ma resa manageriale e industriale. La forestazione calabrese può essere utilizzata per la mitigazione del rischio del dissesto idrogeologico”. “Il fenomeno degli incendi dolosi – prosegue – va stroncato con azioni forti, sostenendo in tutti i modi la magistratura a risalire agli autori delle combustioni ai quali infliggere pene esemplari. I tre Parchi nazionali del Pollino, della Sila e dell’Aspromonte rappresentano una biodiversità assolutamente unica, che va tutelata e promossa, anche attraverso una governance unica per i tre Parchi che possono diventare il principale punto di riferimento per gli amanti della natura dell’intero Sud Italia. Gli 800 chilometri di costa e le acque marine vanno rigorosamente tutelate, sia come salvaguardia ambientale sia come elemento fondamentale per il turismo balneare. Sarà varata una normativa urbanistica ancora più rigorosa e intransigente per combattere ogni forma di abusivismo edilizio in modo da creare una fascia protetta. Depuratori efficaci ed efficienti per garantire la qualità dell’acqua balneabile, il tesoro più inestimabile per una regione che vuole puntare sul turismo”. La Green Economy, secondo Ferro, “rappresenta un’altra sfida dell’innovazione. La produzione può coniugarsi con ecologia e rispetto dell’ambiente. Occorre favorire con incentivi e finanziamenti, congiunti tra Stato e Regione, la ricerca e l’innovazione, mentre vanno stimolati gli investimenti tesi alla nascita di imprese verdi nei settori dell’agro-alimentare di qualità, dei trasporti e delle energie rinnovabili. Nel programma – dice ancora Wanda Ferro – ho pensato che ogni città debba avere un parco, come segno di civiltà, socialità e rispetto dell’ambiente. Così com’è avvenuto per il Parco delle Biodiversità della città di Catanzaro, che è stato in grado di cambiare la fisionomia e la realtà sociale di un’intera città, occorre creare lo stesso habitat innanzitutto nelle grandi città calabresi e poi, a seguire, in ciascun Comune della Regione, mediante l’uso della spesa comunitaria, che potrà finanziare la creazione e/o riconversione di aree verdi in tutte le città e cittadine calabresi, perseguendo così finalità sociali e al tempo stesso ambientali, andando incontro alle esigenze di tutti: dai giovani che necessitano di punti di ritrovo ed aggregazione, agli sportivi che necessitano di spazi, alle mamme che hanno bisogno di verde pubblico e tranquillità, innalzando – nel complesso – la qualità della vita della totalità dei cittadini calabresi. “i piacerebbe coinvolgere le associazioni ambientaliste – conclude Wanda Ferro – affinchè attraverso delle apposite convenzioni vengano realizzati dei progetti di effettivo controllo e di salvaguardia del territorio”.