ROMA. Il Consiglio dei ministri riunitosi giovedì 11 maggio alle ore 9,45 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, segretario la Sottosegretaria alla Presidenza, Maria Elena Boschi, su proposta del ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha deliberato lo scioglimento dei Consigli comunali di San Felice a Cancello (Caserta), Laureana di Borrello (Reggio Calabria), Bova Marina (Reggio Calabria) e Gioia Tauro (Reggio Calabria), per accertati condizionamenti dell’attività amministrativa da parte della criminalità organizzata. La gestione degli enti, già sciolti – ricorda il comunicato finale di Palazzo Chigi – per motivi amministrativi, viene pertanto affidata ad apposite Commissioni, a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (TUEL). Intanto il Prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, “nelle more del perfezionamento della procedura”, affiderà a commissioni straordinarie la gestione provvisoria dei Comuni di Bova Marina, di Gioia Tauro e di Laureana di Borrello, i cui organi elettivi sono stati sciolti per decisione del Consiglio dei ministri in seguito ad “accertati condizionamenti dell’attività amministrativa da parte di infiltrazioni criminali”. La nomina delle commissioni nei Comuni interessati, già sciolti – si evidenzia – per motivi amministrativi”, avverrà “al fine di prevenire situazioni che potrebbero ulteriormente compromettere la libertà di determinazione ed il buon andamento o l’imparzialità dell’amministrazione”. “Il recente scioglimento, tra gli altri municipi calabresi, del Comune di Gioia Tauro dimostra la fondatezza delle perplessità sulla gestione dell’ente che più volte avevamo espresso alla Prefettura di Reggio Calabria, esercitando un ruolo di vigilanza in favore della democrazia”. Lo affermano in una nota i parlamentari dei Cinque Stelle della Calabria Dalila Nesci, Paolo Parentela, Nicola Morra e Federica Dieni, che aggiungono: “allora eravamo stati accusati, come al solito, di produrre sterili polemiche, mentre puntavamo l’attenzione su verifiche necessarie a garantire l’imparzialità della pubblica amministrazione. Oggi i fatti ci danno ragione. Si chiude, dunque, una brutta pagina per Gioia Tauro, luogo strategico per lo sviluppo sostenibile dell’intera regione. Le diverse forze sane della città – proseguono i parlamentari – dovranno agire, sul piano politico e sociale, per consentire alla comunità gioiese di vincere l’oppressione mafiosa. Lo Stato dovrà fare la parte più importante, intensificando i controlli e investendo risorse per il lavoro e la cultura della legalità, sul territorio divulgata con esempi concreti, pur tra continui ostacoli e tentativi di delegittimazione. Il Movimento Cinque Stelle – sottolineano i parlamentari – si propone di essere lo strumento politico per aggregare le energie migliori di Gioia Tauro, a prescindere dal momento elettorale, ora rinviato. Anche la vicenda della realizzazione dell’ospedale nuovo della Piana dovrà essere chiarita in dettaglio, al di là delle vaghe informazioni rese da Franco Pacenza, per la sanità delegato del governatore Mario Oliverio. Tutta l’area della Piana, come quella della Sibaritide e del Vibonese, ha bisogno di risposte certe sui servizi fondamentali, a partire da quelli sanitari. La ‘ndrangheta – concludono Nesci, Parentela, Morra e Dieni – cresce se intravede possibilità di affari e situazioni di abbandono e incertezza”.