VIBO VALENTIA. La segreteria nazionale del Pd prende le distanze dalle liste presentate per le elezioni
provinciali di Vibo Valentia ed il segretario provinciale del partito replica: “mai ci siamo discostati dalle indicazioni del regionale”. A Vibo, oltre alla lista che ha il simbolo del Pd, ne è stata presentata un’altra di cui fanno parte esponenti del Pd vicini all’ex presidente della Provincia Francesco De Nisi,
all’assessore regionale del Ncd Nazzareno Salerno ed al consigliere regionale di Fi Salvatore Bulzomi’. Della stessa lista fa parte anche un candidato di Fdi. In una lettera – pubblicata da organi di stampa – inviata nei giorni scorsi ai segretari regionale e provinciale del Pd, Ernesto Magorno e Michele Mirabello, il vice segretario nazionale Lorenzo Guerini, ha affermato che che “pur nella
impossibilità di ritirare il simbolo già depositato”, la Segreteria nazionale prende atto che “risultano candidati in due liste contrapposte amministratori locali iscritti al Pd ma, al contempo, disconosce le liste presentate quali liste ufficiali del Pd. L’avere presentato due liste riconducibili al Pd, contro
la volontà del nazionale e del regionale in cui risultano candidati anche indipendenti e di altri schieramenti politici; l’aver candidato un amministratore incandidabile; l’aver depositato, da parte di una delle due liste e contro la volontà del Segretario regionale, un contrassegno con il logo del Pd
modificato hanno procurato un vulnus impossibile da ignorare”. “Il sottoscritto – scrive adesso Mirabello a Guerini – è stato ampiamente ai patti lavorando in costante contatto con Magorno che non può non averti riferito di aver appreso in viva voce dell’esito della riunione finale, e della decisione
unilaterale di una parte del partito di abbandonare la riunione, rappresentando le difficoltà a tornare indietro dagli impegni già assunti con altri non meglio precisati soggetti politici e rifiutando tutte le proposte per una lista unitaria, che ho formulato in conformità ai dettami di un intercorso contatto
telefonico che ho avuto con te. Lo stesso segretario regionale non mi ha mai comunicato, né formalmente né informalmente, all’esito della riunione in cui un’area ben definita ha di fatto sconfessato le indicazioni del nazionale e del regionale, alcuna interdizione all’utilizzo del simbolo del partito”. “Ritengo – conclude Mirabello – che ad aver compromesso l’immagine del partito sia questa circostanza più di ogni altra. Osservo però sbigottito questa sorta di processo nel quale stranamente, ed improvvisamente, assumo il ruolo inaccettabile di imputato. Solo il circolare (in)controllato di informazioni parziali e raffazzonate, può avere generato questo clamoroso ed
inaccettabile ribaltamento delle posizioni. Ma a preoccuparmi è il rischio di delegittimare un’intera classe dirigente alla vigilia di appuntamenti elettorali, magari concretizzando così in forma indiretta gli spregiudicati e reali obiettivi del centrodestra”