CATANZARO. “Una bambina calabrese di 5 anni, A. V. , malata di tumore, è purtroppo, per un destino crudele, nella fase terminale. Ha espresso il desiderio di avere accanto il suo papà, G.V., detenuto in Sardegna. Quest’uomo, dopo l’appello di Diritti Civili, ha avuto un permesso straordinario di 5 giorni che scade mercoledì 31 maggio, deve quindi far ritorno nel carcere della Sardegna per scontare una condanna definitiva emessa nel 2013(fine pena prevista nel 2025). C’è una sola speranza che questo detenuto possa rimanere accanto alla sua sfortunata bambina negli ultimi giorni di vita: è la sentenza che sarà emessa giovedì 1 giugno dal Tribunale di Sorveglianza di Sassari che dovrà pronunciarsi sull’istanza di detenzione domiciliare speciale presentata dal legale di quest’uomo”. È quanto afferma, in una nota, Franco Corbelli, coordinatore del Movimento Diritti Civili e delegato della Regione Calabria per la tutela e la promozione dei Diritti Umani. “È una storia tristissima e drammatica – dice Corbelli – che spezza letteralmente il cuore, che fa piangere e che non avrei mai voluto raccontare. Una bambina calabrese, di 5 anni, malata terminale, chiede di avere accanto a sé prima di volare in cielo il suo papà detenuto in Sardegna. Quest’uomo dopo i cinque giorni di permesso straordinario (ottenuti dopo l’appello di Diritti Civili) deve far ritorno in Sardegna, mentre la sua sfortunata bambina per un destino crudele sta purtroppo per terminare la sua brevissima, infelice e dolorosa esistenza, nel comune calabrese, in provincia di Cosenza, dove risiede con la sua mamma e altri tre fratelli minori anche loro con gravi problemi di salute. C’è una sola speranza che questo detenuto possa rimanere accanto alla sua sfortunata bambina negli ultimi giorni di vita: è la sentenza che sarà emessa giovedì 1 giugno dal Tribunale di Sorveglianza di Sassari che dovrà pronunciarsi sull’istanza di detenzione domiciliare speciale presentata dal bravo legale di quest’uomo. Legale che ho sentito di nuovo oggi e che mi ha purtroppo confermato la situazione disperata di questa povera bambina. Per questo oggi dalla lontana Calabria – scrive Corbelli – rivolgo a questi giudici del Tribunale di Sorveglianza di Sassari un accorato appello supplicandoli, in nome di Dio, di accogliere questa istanza e di consentire a questo detenuto di restare accanto alla sua bambina sino a quando il Signore non la chiamerà in paradiso”.