CATANZARO. Botta e risposta fra il coordinatore provinciale di Fi a Catanzaro, Domenico Tallini, uomo di punta dello schieramento che sostiene la rielezione del sindaco Sergio Abramo alle comunali del prossimo 11 giugno, e Nicola Fiorita, candidato di un’aggregazione di liste sotto il simbolo “Cambiavento”. “C’è una differenza sostanziale tra me e il prof. Fiorita – dice Tallini – candidato a sindaco che si propone improvvisamente a 48 anni di cambiare il mondo e poi si ritrova in casa clamorose contraddizioni rispetto a quello che afferma. La differenza sostanziale è che io vengo dal popolo e che mai mi sono distaccato dal popolo, costruendo negli anni un consenso pulito, trasparente, fatto di battaglie a viso aperto, senza nascondermi mai. Fin dagli anni giovanili. Lui invece appartiene alla borghesia dorata, che sta alla finestra per anni, che non deve conquistarsi nulla, scegliendo sempre le vie più comode. Per diventare consigliere comunale, io ho dovuto attaccare i manifesti e distribuire i volantini per strada. Il prof. Fiorita ha invece scelto di farsi eleggere consigliere comunale dagli altri, tentando di raggiungere tale obiettivo con grande cinismo, tacendo su questioni molto inquietanti e addirittura facendo appello di convergenza a liste ad altissimo rischio di “voto inquinato”. Quando negli anni Ottanta – aggiunge Tallini – governala la Prima Repubblica, responsabile del vero degrado della città di Catanzaro (vedi le speculazioni edilizie, le demolizioni nel centro storico, la Tripartizione della Provincia, io ero all’opposizione di quel sistema. Ho chiuso nei giorni scorsi la mia lunga esperienza al Comune, ritengo con un bilancio positivo, come hanno riconosciuto anche i più accaniti avversari. Penso di avere portato risultati per la città, concreti e sotto gli occhi di tutti. Non ho invece traccia – sostiene – dell’attività del prof. Fiorita, di alcun intervento o fatto concreto per la nostra comunità. Ho invece traccia, anzi prova, delle sue notevoli contraddizioni. Lo invito, pertanto, almeno per una volta, a dismettere i panni del Professore ed umilmente indossare quelli dello studente, che tanto deve ancora apprendere della vera storia della città di Catanzaro”. Poco dopo arriva nelle redazioni la replica. “Non accade mai – dice Fiorita – che il vecchio lasci spazio al nuovo senza provare una tenace resistenza, non accade mai che chi ha gestito il potere – e di quella gestione ha vissuto – accetti facilmente di cedere il passo. Non poteva accadere a Catanzaro, dove il vecchio ha il volto e lo stile dell’on Tallini, che della denigrazione dell’avversario e della violenza verbale ha fatto il suo tratto caratterizzante. Trenta righe di puro fango sono la dimensione del suo timore che Catanzaro possa voltare pagina. Se ne faccia una ragione l’on. Tallini: tutto finisce. Casomai si può decidere il modo. Si può uscire di scena con eleganza o si può chiudere una carriera politica sputando veleno a destra e a manca. L’on. Tallini, evidentemente, ha deciso di essere coerente fino in fondo con la propria storia. Quanto a me – aggiunge – in effetti vengo dal ceto medio, o, se preferisce l’on. Tallini, dalla borghesia. Gli lascio volentieri l’esercizio teorico sulla lotta di classe nel tempo della globalizzazione, a me pare che alle persone interessi non tanto da dove vieni ma soprattutto dove vai. Perché quello che conta non è venire dalla borghesia o dal popolo ma intendere la politica come servizio per il popolo o, al contrario, per se stessi e i propri accoliti. Di una cosa, però, devo ringraziare l’on. Tallini: di aver reso ancora più chiara – conclude – la posta in gioco di queste elezioni. Ai catanzaresi scegliere se restare ostaggio di vecchi metodi e di vecchie visioni o se, finalmente, aprire le finestre per lasciare che entri l’aria buona. Quella che sa di vita”.