CATANZARO. Diminuisce complessivamente in percentuale il peso delle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso negli ecoreato, che passa dal 48% del 2015 al 44% del 2016, anche se si confermano ai primi posti nella classifica per numero di illeciti ambientali: in vetta la Campania con 3.728 illeciti, davanti a Sicilia (3.084), Puglia (2.339) e Calabria (2.303). La Liguria resta la prima regione del Nord, il Lazio quella del Centro. Su scala provinciale, quella di Napoli è stabilmente la più colpita con 1.361 infrazioni, seguita da Salerno (963), Roma (820), Cosenza (816) e Palermo (811). E’ quanto emerge in sintesi da “Ecomafia 2017 di Legambiente, le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia”, edito da Edizioni Ambiente con il sostegno di Cobat e Novamont, e presentato oggi a Roma alla Camera e Deputati. Nel dettaglio, per quanto concerne i dati della Calabria nel 2016, la classifica nazionale conferma la lieve flessione dei reati con una regione che per numero di illeciti ambientali, passa dal secondo al quarto posto. Nel ciclo del cemento sono state 411 le infrazioni accertate rispetto alle 593 dello scorso anno; 450 le denunce; un arresto e 151 sequestri. Nella classifica divisa per province, al primo posto Cosenza con 148 infrazioni, 151 denunce, nessun arresto e 52 sequestri; segue Reggio Calabria con 119 infrazioni, 141 denunce, un arresto e 53 sequestri; Crotone con 77 infrazioni, 65 denunce, nessun arresto, 21 sequestri; Vibo Valentia con 38 infrazioni, 49 denunce, nessun arresto e 14 sequestri. Chiude la classifica Catanzaro con 27 infrazioni, 40 denunce, nessun arresto e 10 sequestri. (In questa classifica provinciale sono esclusi i dati dei Carabinieri Tutela Ambiente). Nel ciclo illegale dei rifiuti, sono state 429 le infrazioni accertate rispetto alle 487 dello scorso anno, 445 le persone denunciate, 8 gli arresti e 186 sequestri. Su scala provinciale, al primo posto Reggio Calabria con 216 infrazioni, 202 denunce, 2 arresti e 106 sequestri; segue Cosenza con 88 infrazioni, 89 denunce, 6 arresti e 42 sequestri; Vibo Valentia con 43 infrazioni, 49 denunce, nessun arresto e 14 sequestri; Crotone con 21 infrazioni, 19 denunce, nessun arresto e 8 sequestri; Catanzaro 16 infrazioni, 13 denunce, nessun arresto e 9 sequestri. (In questa classifica provinciale sono esclusi i dati dei Carabinieri Tutela Ambiente). “La corruzione in materia ambientale continua ad essere un fenomeno dilagante in tutta Italia. La Calabria – si legge nel rapporto – è al quinto posto nella classifica regionale con 31 inchieste, 475 arresti, 360 denunce e 67 sequestri avvenuti dal 2010 al 31 maggio 2017”. Nel racket degli animali la Calabria è al quarto posto con 530 infrazioni, 516 denunce, 2 arresti e 188 sequestri. Primo posto in classifica per gli incendi dolosi e colposi con 848 infrazioni, 25 denunce, 2 arresti e 4 sequestri. Nella classifica delle archeomafie, la regione è al sedicesimo posto con 3 furti d’arte.