CATANZARO. La segreteria nazionale della federazione Cisl Università ha scritto al Direttore Generale dell’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro in merito all’applicazione del Decreto “Madia” ai fini dell’avvio del percorso di stabilizzazione del numeroso precario in servizio all’Ateneo “Magna Graecia”. “Consapevoli che la tematica non è oggetto di contrattazione integrativa – si legge – (seppur la programmazione attenga alle materie oggetto di partecipazione sindacale) non possiamo nascondere il nostro disagio nel constatare come il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, nella più generale accezione di reclutamento, avvenga a “corrente alternata”. Come certamente comprenderà la risoluzione del fenomeno del precariato almeno per la scrivente Organizzazione Sindacale, priorità assoluta e data la delicatezza della problematica venutasi a creare a Catanzaro (unica nel contesto nazionale), ravvisiamo elementi per definire la problematica una vera emergenza sociale che coinvolge donne e uomini che operano da anni per l’Ateneo garantendo la continuità di un servizio pubblico che ha condotto la stessa Università a vantare i primati che la “Governance” esibisce nelle occasioni più importanti. Una parte di quei primati derivano dal lavoro e dall’impegno di quelle donne e quegli uomini a cui la precarietà, in molti casi, ha sottratto diritti civili e opportunità, condizionandone il regolare sviluppo della vita. Una precarietà – scrive la Cisl – prodotta dalle scelte assunte dall’Ateneo nel corso del tempo che, crediamo, abbia il dovere morale di sanare utilizzando tutte le opportunità offerte dalla nuova norma “Madia”, significativamente sostenuta anche dalla Cisl in sede di confronto politico presso il Dipartimento della Funzione Pubblica”. Nel ringraziare l’ateneo per la disponibilità manifestata “ad attivare un proficuo confronto con le organizzazioni sindacali – scrive la Cisl- non appena vi sarà maggiore chiarezza circa la possibilità di dare attuazione alle previsioni di Legge, anche alla luce delle necessarie indicazioni interpretative e applicative che perverranno della Funzione Pubblica e dal MIUR”, non possiamo esimerci dal manifestare tutto il nostro disappunto e il disagio dei lavoratori per la mancata convocazione del tavolo richiesto. Riteniamo la norma in argomento estremamente chiara e applicabile immediatamente alle Università in forza dell’autonomia che ne contraddistingue l’azione specie in materia di reclutamento del personale tecnico amministrativo”. Secondo la Cisl “la necessità manifestata dalla direzione di dover attendere, quindi, ulteriori indirizzi applicativi, tanto erroneamente quanto inevitabilmente, ci indurrebbe a interrogarci sulla qualità del vertice amministrativo preposto all’applicazione delle norme se non fossimo confortati dai fatti degli ultimi mesi e, precisamente, dall’efficacia/efficienza dimostrata dall’Ateneo in occasione del espletamento rapidissimo dell’ultimo concorso bandito per l’assunzione di una unità di personale di categoria C dell’area amministrativa, su cui permangono tutte le perplessità manifestate dalla scrivente e per le quali abbiamo interessato i ministeri competenti”. La Cisl, ” pur consapevole che la stabilizzazione del personale precario non potrà avvenire prima della data del 01.01.2018, rappresenta che l’atto propedeutico all’avvio del relativo percorso è l’individuazione dei fabbisogni di personale, definiti i quali, è consentita anche la proroga dei contratti in essere fino alla completa stabilizzazione. E’ necessario, inoltre, -puntualizza – individuare le risorse speciali utilizzabili nel triennio 2018-2020 aggiuntive alle ordinarie facoltà assunzionali (c.d. Punti Organico) di cui all’art.20, comma 3, del D.Lgs. n.75/2017. E’ su queste tematiche che la Federazione Cisl Università avrebbe voluto aprire il confronto, anzi più precisamente è questa la materia su cui attendono risposte i lavoratori che la Cisl rappresenta e rappresenterà sempre più numerosi. Risulterebbe difficile, infatti, credere alle persistenti “voci” che circolano negli ambienti accademici che vorrebbero insinuare un particolare interessamento allo scorrimento almeno fino al quinto posto della graduatoria del concorso indetto per la copertura di n.1 posto di categoria C dell’area amministrativa, già oggetto di numerose criticità nei mesi scorsi, per poi utilizzare la restante graduatoria per conferire incarichi a tempo determinato generando nuovo precariato”.