COSENZA. “Grazie all’aggiudicazione di due progetti strategici nel campo della cooperazione internazionale, l’Unical si appresta a giocare un ruolo sempre più di rilievo nei processi di stabilizzazione e sviluppo nell’area del Mediterraneo”. Lo afferma il rettore Gino Mirocle Crisci annunciando due progetti importanti che l’Università della Calabria si è aggiudicata nell’ambito dei fondi diretti della UE, nel programma Capacity Building nel campo dell’Alta Formazione Europea (Eacea). “Si tratta del progetto Enrol con la Libia e del progetto Bit – Pal con Gaza (Palestina). – spiega ancora il rettore – Enrol (Empowering and Networking the International Relationships Offices of the Libyan University System), con una dotazione di quasi 800 mila euro, si occuperà, nel corso di due anni, della modernizzazione dei sistemi di internazionalizzazione delle università libiche, con un partenariato – guidato da Unical – che vede coinvolte per la Libia le quattro Università di Sirte, Tripoli, Zawia, Misurata e per l’Europa le Università di Granada, Evora e Unimed, l’unione delle Università del Mediterraneo. Si tratta del più grande progetto aggiudicato all’Unical come capofila nel campo della cooperazione e dell’unico progetto di cooperazione internazionale che vede la Libia come interlocutore. Da subito il progetto Enrol si è imposto agli occhi della Commissione come buona prassi di riferimento gestionale per gli altri progetti europei simili, che coinvolgono nei loro partenariati la Libia. Un esempio su tutti è il caso degli equipment informatici consegnati, dopo un anno di duro lavoro, in un territorio di guerra qual è la Libia, reso possibile grazie alla competenza, alla professionalità e alla passione profusi dagli uffici dell’Unical”. “Nessuna sigla sindacale – lamentano i sindacati – riceve convocazione. Contro ogni regola di rappresentanza l’Ateneo convoca i precari invitandoli a nominare dei loro rappresentanti in luogo dei sindacati a cui gli stessi precari hanno rilasciato delega, ma come concilia questo atteggiamento con quanto ha sempre dichiarato circa la volontà di “trovare assieme” soluzioni idonee? L’amministrazione, ad esempio, smentisce se stessa rispetto a quanto dichiarato alle medesime sigle sindacali nell’incontro del 10.03.2017, “si dichiara disponibile ad esaminare i percorsi che sarà possibile intraprendere a tutela dei lavoratori precari dell’Ateneo non appena saranno resi noti i necessari presupposti normativi”. La seduta era tra organizzazioni sindacali “rappresentative” dei lavoratori precari dell’Umg (e non degli operatori di spettacolo) poiché quello era l’argomento dell’incontro. Come intendere allora questa esclusione se non come una assoluta chiusura al dialogo con le rappresentanze sindacali? Cosa impaurisce una commissione dal dialogare con le sigle presenti in Ateneo e rappresentative della maggior parte dei lavoratori precari? Richiamando un famoso “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca” la sensazione che ne deriva – si legge nel documento – è che con questa Commissione si voglia in qualche modo produrre una frattura tra sindacati ed iscritti e giocare sul ruolo di debolezza psicologica che, inevitabilmente, la condizione del precariato finisce col produrre. Atteggiamenti del genere, oltreché essere del tutto dimostrativi di una volontà non tesa alla risoluzione del problema, sono la chiara dimostrazione di un muro che l’amministrazione intende alzare tra la sua azione e quella dei sindacati, in un atteggiamento che potrebbe, per certi aspetti, anche indurre ad un ricorso all’art. 28”.